Con quel piglio e con le gambe che finalmente sembrano girare meglio di prima ha attinto dal proprio bagaglio personale, tirando fuori quella saetta che ha piegato le mani di Vasquez. Non poteva che sbloccarsi così Inter-Empoli. Serviva la giocata del singolo per trascinare la squadra fuori dal pantano che avrebbe potuto inghiottire l’obiettivo nerazzurro di rimanere in scia del Napoli. Il raddoppio, poi, è epilogo coerente dello sviluppo di serata: Dumfries, come Lautaro, non aveva smesso di battagliare neanche un secondo, scottato dal recente passato in cui partite non in ghiaccio si sono terribilmente riaperte. Stava per capitare di nuovo, ma la zampata di Thuram ha chiuso definitivamente i giochi.
Mehdi Taremi e Piotr Zielinski, invece, rientrano nella cerchia di coloro che ancora non riescono a sintonizzarsi su quelle frequenze. In duelli così serrati come quello che si profila col Napoli serve la propensione a un tipo di lavoro che al momento non sembra nelle loro corde, né in quelle di Asllani, finito sulla stessa scia. Grinta, personalità e sacrificio sono importanti quanto la tecnica: solo se lo capiranno potranno finalmente diventare valori aggiunti per l’Inter.
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