Ospite del Festival dello Sport per l’evento “Il mio calcio, la mia vita”, Luciano Spalletti ha parlato dell’esperienza in Nazionale, ma anche del suo passaggio all’Inter:
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Spalletti: “La verità su Acerbi! Esposito sarà padrone, sembra Vieri. Icardi e l’Inter…”
LEADER - "Creare un gruppo fa la differenza. Quando si riesce a essere comunicativi, quando si diventa un gruppo forte, poi lì dentro un giorno siamo di un livello superiore. Quando anche i talenti mettono le loro caratteristiche al servizio della squadra e lo fanno in maniera collaborativa, poi qualsiasi squadra può diventare speciale. Col talento diventa più facile, ma il talento non è solo quello che dribbla e fa il colpo di tacco, è anche quello che pedala che ha personalità, che ringhia addosso a tutti. Gattuso è uno di talento, quelle qualità lì servono. Non tutti ce l'hanno questa dote a quel livello lì. Io ho fatto tutte le categorie, mi manca solo la prima categoria da giocatore. I calciatori forti ci vogliono, quando ho preso posizione forte è perché c'era un ego spropositato, per me è stato fondamentale avere un grande rapporto coi calciatori, io li ho amati, li ho difesi a spada tratta. Mi è successo qualche volta di mettermi di traverso".

NAZIONALE - "Avrei preferito non fare brutta figura con la Nazionale. Ho commesso l'errore di trasferirgli troppo questo mio amore per il calcio. Ho sentito dire delle cose, per cui ho tentato di trasferirgli quello che era il mio modo di vivere questo sport, la mia professione. E lì ho sbagliato, li ho intasati per cose dette e richieste. Ora ai calciatori serve di più essere leggeri, le pressioni sono tante. Ho tentato di far capire che il calcio è una cosa seria, sono successe subito due cose antipatiche. Ci sono arrivati a prendere due giocatori nel ritiro. Probabilmente gli sono entrati negli ingranaggi e non gli ha fatto bene. Un allenatore deve essere bravo a capire come trasmettere le cose".
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