Quando gli parli di Aleksandar Stankovic il sorriso spunta in maniera naturale sul suo volto. Il legame che unisce Cristian Chivu al centrocampista classe 2005 parte da lontano, lontanissimo: figlio di un suo grande amico nonchè ex compagno di squadra, divenne suo giocatore quando aveva solo 14 anni, per poi ritrovarlo poco dopo nella Primavera dell'Inter, quando lo responsabilizzò affidandogli la fascia di capitano e rendendolo un elemento cardine della sua squadra.

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Stankovic, Chivu ci aveva visto lungo: “Ha un grande futuro”. Si rivedranno presto?
I due hanno poi preso strade diverse: Chivu è andato a Parma prima di tornare in nerazzurro, questa volta sulla panchina della Prima Squadra, mentre Stankovic ha scelto la Svizzera prima, con il Lucerna, e il Belgio poi, con il Club Brugge, per iniziare il suo percorso tra i grandi. E chissà che presto non possano ritrovarsi a Milano.
Il tecnico, dopo tutto, ci aveva visto lungo: "Ale ha un grande futuro, però bisogna dargli tempo. Lo conosco da quando era bambino, era chiaro fin dall'inizio che aveva un grande desiderio di giocare a calcio. Se gli ho insegnato qualche trucco sui calci di punizione? No, per fortuna no. Ci sfidavamo in allenamento, ma Ale vinceva sempre. Oggi ha una facilità e una tecnica impressionanti quando tira: l'ho sempre preso in giro perché in allenamento metteva la palla in rete in quattro calci di punizione su cinque, ma non ci provava in partita. Adesso deve crescere e portare lui stesso il nome Stankovic nel calcio. Il mio desiderio è che un giorno si dica che Dejan è il padre di Aleksandar e non Aleksandar il figlio di Dejan".
Normale, quindi, che oggi in conferenza stampa Chivu non abbia esitato nello spendere belle parole su Ale: "Sono felicissimo. Lo conosco da piccolo. Io, insieme al papà e al fratello, sono il suo primo tifoso. Gli ho trasmesso i valori nel calcio. Ha avuto il coraggio di tagliare il cordone ombelicale e di andare a farsi le ossa in Svizzera. Poi al Bruges, che lo voleva fortemente. Ragazzo intelligente che capisce bene quale è la sua strada, quale la sua ambizione. Lo guardiamo con interesse, non credo che ci sia qualcuno più interista di lui. Sta avendo delle prestazioni che permette al nostro scouting di guardarlo e seguirlo. È un prodotto del nostro vivaio, ha i colori nerazzurri nel sangue e mi piace vederlo a questi livelli". Che i due possano presto ritrovarsi a Milano?
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