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ESCLUSIVA Aceti: “Stesso boom ricavi, metà spesa, no traslochi. Ecco il nuovo Meazza”

Parla l'autore del progetto: "Questo piano di riqualificazione del Meazza garantisce gli stessi ricavi del nuovo stadio a costi dimezzati"

Marco Macca

ESCLUSIVA Aceti: “Stesso boom ricavi, metà spesa, no traslochi. Ecco il nuovo Meazza”- immagine 2

Il vento del futuro e del cambiamento spira inesorabile. Una corrente che pervade l'area di San Siro, con soffi leggeri (ma sempre più impetuosi) che si avvertono anche a Sesto San Giovanni. Un vento che cozza con l'essenza e l'identità e che pone di fronte tutti a un grosso interrogativo: giusto lasciare da parte il passato e la propria storia per inseguire la modernità, per restare al passo con i migliori? Il dibattito (pubblico) è aperto. Milano è chiamata a scegliere tra due strade ben definite: la demolizione del Meazza e la costruzione di un nuovo e ultramoderno impianto (la strada che perseguono con fermezza Inter e Milan) o la riqualificazione di quello che resta, ancora oggi, uno dei templi del calcio mondiale. Ed è questa l'ipotesi su cui, in compagnia di Nicola Magistretti, l'Ing. Riccardo Aceti, docente del Politecnico di Milano, ha lavorato in questi anni. Ecco nel dettaglio il suo progetto.

Ing Aceti, il suo studio ha sviluppato un progetto per la ristrutturazione del Meazza. Può entrare nei dettagli? Cosa prevede?

La genesi del progetto è del 2016, quando ancora non si parlava di una possibile demolizione di San Siro. Coinvolgendo alcuni studenti dell'università (Politecnico di Milano, dove l'Ing. Aceti è docente, ndr), abbiamo sviluppato un elaborato di tesi mirato a raccontare l'evoluzione degli aspetti statici e costruttivi dello stadio in 90 anni di storia, celebrati appunto nel 2016. Per omaggiare questa icona architettonica dedicata al calcio, è sorta quest'idea. Abbiamo fatto una disamina dei tre anelli dello stadio e delle modalità di cantierizzazione che avevano caratterizzato la costruzione dell'impianto. Ci siamo accorti che, più o meno ogni 30 anni, lo stadio aveva subito profondi rinnovamenti, che lo rendevano ogni volta più moderno di quanto non fosse già. Nel 1926, quando è stato eretto, mentre tutti gli stadi erano impianti polifunzionali, San Siro è nato già come impianto completamente dedicato al calcio, con le tribune già a ridosso del campo. Nel tempo, il Meazza è stato ben mantenuto, e lo dimostrano le relazioni relative ai collaudi decennali, che sottolineano come questi interventi periodici abbiano allungato di molto la vita dello stadio e ne abbiano garantito un ottimo stato di salute. Viste le operazioni di manutenzione fatte nel tempo e la possibilità di rimuovere gli elementi prefabbricati del terzo anello, che si presterebbero a una decostruzione con cantierizzazione nei giorni in cui non si giocherebbero le partite, si potrebbero sfruttare le aree libere, con modalità operative simili a quelle adottate per i Mondiali del 1990, quando i lavori vennero svolti senza interrompere le attività sportive. Viste queste premesse, ci siamo posti delle domande sul futuro di San Siro e, con l'Ingegner Nicola Magistretti, siamo giunti alla conclusione che, forse, si sarebbe potuta realizzare una rivisitazione del terzo anello, per renderlo polifunzionale e polivalente, in grado di integrare i servizi già presenti nello stadio.

Come?

Smontando le strutture prefabbricate presenti, mantenendo le torri per appoggiare un nuovo volume, che non abbia peso superiore alle attuali gradinate e alle travi portanti del terzo anello e una forma tale da non indurre nemmeno fenomeni di aggravio nei confronti delle pressioni del vento e altre azioni esterne. Il tutto con alcuni accorgimenti: l'eliminazione dei vani scala all'interno delle torri, sostituiti da vani ascensore, per una risalita comoda e per l'abbattimento delle barriere architettoniche. In questo modo, si raggiungerebbe la galleria panoramica prevista al terzo anello, che includerebbe tutte quelle funzioni (visibili in parte nelle immagini che vi proponiamo, ndr) e quei servizi che, normalmente si inseriscono al piano terra, ma che in questo caso sfrutterebbero uno spazio libero in quota. Nel 2019, quando abbiamo appreso che le squadre stavano valutando la demolizione del Meazza a vantaggio di un nuovo impianto, ci siamo permessi di avanzare una proposta a livello formale, presentandola al MIBACT e al Comune di Milano, con un piano economico-finanziario volto a illustrare i vantaggi di questa opzione e a stimolare un dibattito in merito.

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