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FCIN1908 / Scouting e settore giovanile: tutte le mosse Inter dopo il Covid

FCINTER1908 ha approfondito l'impatto della pandemia sul vivaio dell'Inter dal punto di vista economico, logistico e delle nuove dinamiche

Sabine Bertagna

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"FC Internazionale Milano comunica che la squadra Primavera non parteciperà alla gara Inter-Rennes, valida per gli Ottavi di Finale di UEFA Youth League, in programma mercoledì 11 marzo 2020 a Firenze.  La decisione del club - che ha sempre posto la tutela della salute pubblica come obiettivo primario - è volta a perseguire la salvaguardia della salute dei propri giocatori, tesserati e dipendenti".

È il 9 marzo 2020 e le nostre vite stanno per cambiare per sempre a causa del Coronavirus. Il clima è surreale. La paura incomincia ad infilarsi nelle pieghe di una nuova terribile quotidianità fatta di bollettini che ci lasciano increduli. Il calcio non ha ancora deciso di fermarsi, prova ad opporre una debole resistenza. In casa Inter, all'epoca, è già presente una forte consapevolezza.

Il 2 marzo Steven Zhang attacca in maniera durissima Dal Pino accusandolo di non pensare minimamente alla salute dei calciatori. Il 9 marzo la società nerazzurra comunica che la Primavera non scenderà in campo nella sfida di Youth League, incorrendo - in un primo momento - nella sconfitta a tavolino, ma venendo poi - in un secondo momento - opportunamente riammessa dalla Uefa alla competizione.

Sarà questa decisione a guidare le scelte dell'Inter, dalla prima squadra fino ad arrivare al settore giovanile nerazzurro. FCINTER1908 ha approfondito l'impatto della pandemia sul vivaio dell'Inter dal punto di vista economico, logistico e delle nuove dinamiche che hanno dovuto sopperire all'impossibilità di poter visionare - nel periodo più duro dell'emergenza sanitaria - nuovi giovani calciatori.

La forza dei nerazzurri è stata indubbiamente quella di poter contare sull'area medica guidata dal dott. Volpi e su quella sportiva capitanata da un dirigente valido come Beppe Marotta: le due aree hanno spesso dovuto prendere decisioni difficili, anche criticate, che alla fine hanno dato ragione ai nerazzurri. L'interazione tra le due aree ha fatto sì che la linea fosse da subito molto chiara. Le decisioni prese in anticipo rispetto ad altre società avevano lo scopo di preservare la salute dei dipendenti. Grazie a questo gioco in anticipo, nel primissimo lockdown, l'Inter dei giovani - diretta come sempre egregiamente da Roberto Samaden - è riuscita a mandare in anticipo a casa i ragazzi non residenti in Lombardia, in modo che si potessero ricongiungere con le rispettive famiglie. Qualche giocatore, come Satriano per esempio, ha invece deciso di rimanere a Milano per scelta. La rigorosa gestione della pandemia ha permesso fin da subito di limitare i danni. Non un dettaglio, quando si tratta di tutelare la salute dei tanti tesserati e dipendenti in quella che è stata una delle emergenze sanitarie più gravi della nostra storia recente.

Si scrive Covid, si legge disastro economico. Sono pochissimi i settori che non hanno risentito della pandemia. Rispetto al mondo delle prime squadre nel settore giovanile ci sono state - inizialmente e paradossalmente - delle aree di risparmio. Il costo del trasporto, il costo delle trasferte, tutti i costi accessori alle attività sono stati purtroppo eliminati in concomitanza allo stop dell'attività. Queste spese sono state in un secondo momento sostituite da una lista di spese mediche: tamponi, sanificazione, ecc. In generale nel settore giovanile l'impatto economico non è stato così importante. La pandemia ha colpito prevalentemente e duramente le prime squadre, tra le quali ovviamente anche quella nerazzurra.

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