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Sylvinho: “Inter scelta giustissima. Lautaro completo. Icardi? A lui la fascia perché…”

Le parole dell'ex vice di Mancini in nerazzurro

Marco Astori

Sylvinho, ex terzino ed ex vice di Roberto Mancini nella sua seconda esperienza all'Inter, ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Il brasiliano è tornato sul suo periodo in nerazzurro e sul rapporto con l'attuale ct della Nazionale.

Quanto siete diversi tu e Mancini?

Abbiamo caratteri diversi, tutti e due buoni. Lui è veramente aggressivo, sa parlare coi calciatori: è vincente. Ogni tanto però ha bisogno di stare tranquillo. Io sono più in questo senso, faccio più intermediazione. E' molto facile lavorare con lui, è un vincente. Sa formare una squadra, sa prendere giocatori forti e importanti.

Ti aspettavi la chiamata di Mancini?

L'ho conosciuto al Manchester City: lì il rapporto è stato di 5 mesi, ma molto aperto. Vedeva in me uno appassionato tantissimo di calcio. Poi mi ha fatto lì la prima offerta, ma non avevo la testa giusta: dopo 15 anni da calciatore volevo tornare in Brasile. Poi dopo 3 anni è tornato all'Inter e mi ha chiamato: sorpresa no, però mi ha fatto molto felice. Ho fatto una scelta giusta e bellissima.

Hai capito all'Inter di voler fare l'allenatore?

Ho fatto un percorso importante: ho iniziato 3 anni in Brasile, poi la scelta di andare all'Inter, giustissima. Mancini è uno di quegli allenatori che ti trasmette tanto: è fortissimo, ha grande esperienza. Non c'è prezzo da pagare, si impara tantissimo ogni giorno.

Quale club italiano sarebbe ideale per te come filosofia?

Il calcio italiano è cambiato negli anni: è un calcio tattico e un campionato non facile con allenatori molto forti. Però il calcio cambia molto velocemente: si è iniziato a giocare di più. Si vede ad esempio con la nazionale, ha una filosofia bella: si difende bene ma ha anche possesso palla. Noi allenatori dobbiamo imparare. Negli ultimi 5 anni si è giocato di più, potrei allenare una squadra in Italia.

Sei rimasto sorpreso dalla qualità della Nazionale di Mancini?

L'Italia ha grandi giocatori, Mancini poi ha coraggio: i giocatori si identificano con lui. Lui sa che deve giocare e che i giocatori devono essere felici. Se un giocatore ha 17 anni è bravissimo, lui lo fa giocare.

La scelta della fascia ad Icardi?

E' stato un momento come tanti nel calcio: l'Inter è una squadra grandissima, quella rosa era da 7o-8o posto. Il Mancio l'ha presa e l'ha rinforzata con Miranda e altri: poi siamo arrivati quarti. La scelta è stata quella: Icardi è un calciatore giovane, di personalità. Mancini ha visto in lui uno che poteva andare avanti nel progetto: ha fatto bene secondo me, Mauro segna, può giocare ovunque ed è fortissimo dentro l'area. E' un giocatore veramente forte. Il rapporto con lui? Normale, c'era il vantaggio di parlare spagnolo con lui e con altri. Icardi è molto tranquillo, semplice, una persona per bene. Era sempre presente agli allenamenti, non c'era nessun problema. Nel 2014 per 3-4 partite di fila Mancio l'ha lasciato in panchina, ma il rapporto era molto buono. Giusto scegliere il PSG? Dipende dal calciatore, hanno una grandissima squadra, non so come si trovi lui. E' molto personale: se ha scelto così, può essere felice. Fa piacere vedere calciatori felici e giocare, se va bene a lui, va bene a tutti.

Lautaro resterà all'Inter?

Vuoi consigliare un talento ad una squadra italiana?

Mi piace tantissimo Matheus Henrique del Gremio: centrocampista, si muove con la palla e controlla tutta la partita.

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