editoriale

Astenersi perditempo

L’annuncio è appeso all’ingresso della Pinetina. AAA Mister cercasi. Ne avevamo uno ma ha cambiato idea. O forse l’abbiamo cambiata noi. Comunque ora non ha più importanza. Se vi concentrate sentirete il vuoto di quella...

Sabine Bertagna

L'annuncio è appeso all'ingresso della Pinetina. AAA Mister cercasi. Ne avevamo uno ma ha cambiato idea. O forse l'abbiamo cambiata noi. Comunque ora non ha più importanza. Se vi concentrate sentirete il vuoto di quella panchina e tutto sembrerà, se possibile, ancora più assurdo. Il toto allenatore è già scattato e secondo i giornali più quotati il successore di Leo è contenuto in una rosa ristretta di 12-15 nomi. Ma i requisiti? Apparentemente non sono requisiti particolari o pretenziosi. La chiave si nasconde nell'interpretazione. Tra la teoria e la pratica c'è di mezzo un abisso. Ne è un esempio Rafa, che sulla carta era perfetto e che perse tutto il suo fascino nella fastidiosa battaglia di conquistarsi lo spogliatoio. Ne è un esempio Leo, romantico e sognatore, troppo inesperto per vincere le battaglie più dure sul campo. Ci vorrebbe un allenatore che ha già allenato in Italia ma contemporaneamente proiettato verso la dimensione europea. Quella dimensione che i nerazzurri vorrebbero riacciuffare per dimostrare che no, l'anno scorso non è stato un caso. Uno psicologo, bravo a fiutare un equilibrio che si sta rompendo, abile a ricucirlo in tempo. Uno che ne sa di calcio, con idee tattiche precise. Ma pronto a cambiarle in corso d'opera. E ancora non basta. Interpretare l'interismo non sarà un dettaglio. Forse gli insuccessi più grossi si sono verificati proprio quando questo elemento latitava. O era mascherato bene. Eleganza, comunicazione, savoir faire. Abbondiamo con i dettagli, preferiamo non lasciare nulla al caso. Forse il pretendente più vicino a questa descrizione esiste, forse no. Attendiamo fiduciosi una fila di pretendenti diretta alla Pinetina. Ah, dimenticavo. Astenersi perditempo.