editoriale

Con le migliori intenzioni

Improvvisare nuovi temporali nel bel mezzo di un cielo nuvoloso diventa banalmente semplice, anche quando non rientra nelle intenzioni dirette di chi lo fa. Le parole di Chivu hanno creato disordine. Sembravano suggerire l’ennesima crepa in...

Sabine Bertagna

Improvvisare nuovi temporali nel bel mezzo di un cielo nuvoloso diventa banalmente semplice, anche quando non rientra nelle intenzioni dirette di chi lo fa. Le parole di Chivu hanno creato disordine. Sembravano suggerire l'ennesima crepa in casa Inter. Quella frase sull'assenza di gioco è stata trasformata automaticamente in un sigillo all'esonero di Strama. Chivu si è presentato in conferenza per rispondere in prima persona del polverone nato dopo la sua intervista. Lo ha fatto con aria decisa. Potevano sembrare parole di circostanza ma un'affermazione su tutte, relativa al lavoro del tecnico nerazzurro, ha suggerito il contrario. "Alla resa dei conti capiranno che ha fatto del suo meglio.

La resa dei conti intanto rimbalza impietosa in ogni domanda e non fa differenza che si parli di presente immediato. Stramaccioni sa di essere in una centrifuga pericolosa, ma non può fare altro che cercare di raggiungere risultati utili, smentendo la pesantezza degli ultimi mesi. Siamo tutti arrabbiati, ci tiene a precisare. Non riuscire a riconfermare quanto espresso nella prima parte di campionato è diventata un'ostinata questione di principio. Le differenze si nascondono nell'organico ora decimato, ma reazioni e cuore possono ancora essere le stesse. Se solo si riuscisse ad invertire la tendenza. Se solo quel cuore disegnasse calcio più concreto. Più cinico.

Quei maledetti primi tempi sono frutto di un blocco psicologico. Stramaccioni ne è convinto. Come sarebbe altrimenti possibile che nei secondi tempi la squadra si scuote? La squadra, per assurdo, non reagisce quando tutti si aspettano che lo faccia. Ansia da prestazione, paura, confusione sono fantasmi capaci di gelare le migliori intenzioni. Il tecnico nerazzurro sembra avere una dote indispensabile alla sopravvivenza nell'ambiente nerazzurro. La sicurezza del proprio lavoro. Quella scia positiva, che oggi sembra davvero troppo lontana, ne è una prova. Andrea conosce le regole spietate che regolano una squadra quando nulla sembra girare nel verso giusto. Grazie a quelle regole, in un momento altrettanto negativo, era subentrato a Ranieri. E' come se quelle regole te le avessero spiegate prima, racconta. Prima di saltare su una giostra che può, come sta succedendo ora, perdere il controllo. Ma dalla quale non ha nessuna intenzione di scendere. Non prima di aver dimostrato il dimostrabile. Non prima di aver fatto il possibile. Con le migliori intenzioni.

Twitter @SBertagna