editoriale

Coutinho ‘spacca’ Fcinter1908. “13 mln? E’ manna”, “Al contrario, è boomerang annunciato”

IL PENSIERO DEL VICE-DIRETTORE MARCO RIZZO twitter: @marcorizzo1986 La tifoseria interista è strana. Si parla sempre di giovani, ma quando questi vanno in campo e sbagliano (anche giustamente data la loro età), non si lesinano fischi e critiche....

Alessandro De Felice

IL PENSIERO DEL VICE-DIRETTORE MARCO RIZZOtwitter: @marcorizzo1986

La tifoseria interista è strana. Si parla sempre di giovani, ma quando questi vanno in campo e sbagliano (anche giustamente data la loro età), non si lesinano fischi e critiche. L'ultimo 'caso' nella lunga lista di giovani esuberi dall'Inter è Philippe Coutinho, brasiliano classe '92. Arrivato nel 2010 subito dopo il Triplete, nell'Inter ha giocato poco e nulla, non riuscendo mai a dimostrare quelle grandissime qualità che avevano spinto la nostra dirigenza a investire circa 3 mln di euro su di lui. L'unico momento di splendore l'ha vissuto per sei mesi in prestito all'Espanyol, dove ha potuto si giocare con continuità, ma chi conosce il calcio sa bene che quello spagnolo si gioca 'a maglie molto larghe' e con un pressing quasi inesistente. Ecco, volendolo paragonare al calcio sudamericano, potremmo dire che è molto simile a quello che si gioca in Brasile e da cui proviene Coutinho.

In questi due anni all'Inter, il brasiliano ha mostrato delle belle giocate, forse solo in Europa League contro avversarie come Neftçi e Vaslui, non certo Real Madrid o Barcellona. Per giocare nell'Inter, bisogna fare la differenza se non proprio tutte le domeniche, almeno la maggior parte. Quando lui è stato chiamato in causa ha purtroppo miseramente fallito.La giovane età potrebbe essere certamente una giustificazione, ma esistono nel mondo del calcio dei classe '92 che sono già belli che pronti per affrontare le grandi sfide del calcio ai massimi livelli. In Italia basti pensare ad El Shaarawy, in Brasile si pensi a Neymar. Ma senza scomodare altre squadre, ricordo quando il 19enne Balotelli fece il suo esordio con la maglia dell'Inter, dimostrò di avere grandi doti e qualità, per le quali non si sarebbe dovuto aspettare un'eternità.

Per carità, non sto qui a dire che Coutinho è la cosiddetta 'pippa', ma certamente potrebbe risultare più utile a una squadra di secondo o terzo livello che alla nostra. In serie B ci sono giovani della sua età più pronti fisicamente e tecnicamente. Monitorando anche il mercato italiano si potrebbero avere maggiori soddisfazioni, se proprio si sente l'esigenza o la necessità di puntare sui giovani.Parlare di “progetto giovani” all'Inter è forse una delle cose più sbagliate che esista. L'Inter non è un club di Lega Pro o di Serie D che si può permettere di lanciare giovani per farli maturare e poi sperare che da grandi portino a qualche soddisfazione. All'Inter, seppur giovani, si arriva belli che pronti. In questi anni inoltre non ricordo che i nerazzurri abbiano bruciato chissà quali grandissimi nomi di alto livello che ci avrebbero fatto vincere tutto. Si è parlato di Khrin, di Nwanko, di Della Fiore, di Siligardi e di tanti altri, ma francamente mi chiedo: quale di questi sarebbe in grado di sopportare il peso di una maglia come la nostra? Giocare nell'Inter significa responsabilità, significa pressioni. Se non hai gli attributi ti tremano le gambe. E cosi è capitato a Coutinho, che ogni volta in cui è stato chiamato in causa non riusciva neanche a calciare in porta o ciccava il pallone. A tutti coloro che si lamentano per la mancanza di giovani in organico, in primis ricordo che l'anno del Triplete, gli unici giovani erano Balotelli e Santon e non erano neanche titolari. Inoltre a questa parte della tifoseria chiederei quale posto in classifica occuperebbe una squadra che tra le sue fila schierasse: Filkor, Benedetti, Donati, Nwanko, Siligardi e Acquafresca.

Quest'ultimo non viene citato a caso, ma è l'esempio di come il tifoso interista si fasci sempre la testa prima di essersela rotta. Venne bollato come assurdo il passaggio dell'attaccante ex Cagliari al Genoa in cambio del trentenne Milito. Salvo poi dimenticare il tutto quando, in una notte di Maggio, l'argentino mise a segno due reti in finale di Champions League.Chi si lamenta per la mancanza di giovani nell'Inter è tale e quale a chi si lamenta dell'assenza di giocatori di nazionalità italiana. A me interessa poco se in campo ci sono 11 argentini oppure 11 sudafricani, per me l'importante è un unico risultato: la vittoria. Sarò pedante ma ripeto: perchè nessuno si è lamentato di queste assenze la notte del 23 Maggio 2010?Da un punto di vista puramente economico poi la cessione di Coutinho, per una cifra pari a 13 mln di euro, in tempi di vacche magre e per un giocatore simile, è il massimo che si possa desiderare. E' pura manna caduta dal cielo. A 15 mln di euro acquistammo Sneijder (con l'olandese che aveva già dimostrato di che pasta fosse fatto), mica un Arnautovic qualsiasi. Rivendiamo il brasiliano al quadruplo di quanto è stato pagato, quando di solito non siamo in grado di vendere niente a nessuno.Inoltre il teorema secondo cui “se il Liverpool lo paga 13 e Cou non ha dimostrato niente allora vuol dire che è fortissimo” non regge assolutamente. L'Inter in questi anni ha comprato bidoni a prezzi esorbitanti e non è quindi il prezzo di mercato a determinare il valore tecnico di un giocatore. Abbiamo preso Juan Jesus a 1,5 mln di euro e secondo il mio modestissimo parere è almeno tre volte più forte di Bonucci pagato dalla Juventus ben 19 mln.Il problema è uno ed uno solo, c'è una sorta di distacco dalla realtà. Se un tempo piangevamo per la partenza di Ronaldo, adesso non si può piangere per quella di Coutinho. Abbiamo solo guadagnato tanti milioni da un giocatore che per le sue caratteristiche fisiche e tecniche, non sarà mai adatto al campionato italiano.

LA RISPOSTA DEL DIRETTORE DANIELE MARItwitter: @danmari83

Ho letto attentamente l'articolo di Marco, che ha enunciato tutte le motivazioni secondo le quali la cessione di Coutinho sarebbe una mossa azzeccata, soprattutto alla luce della cifra che l'Inter incasserà per privarsi del piccolo brasiliano (13 milioni). Proverò a spiegare perché, a mio modo di vedere, la cessione di Coutinho si rivelerà ben presto un boomerang, tecnicamente quanto economicamente, replicando per singoli punti.

A) "La tifoseria interista è strana. Si parla sempre di giovani, ma quando questi vanno in campo e sbagliano (anche giustamente data la loro età), non si lesinano fischi e critiche".

Indiscutibilmente vero ma il tifoso è per sua natura un essere irrazionale, il cui umore non dovrebbe mai costituire un metro di valutazione per la società. In particolare il tifoso interista non è noto né per la sua pazienza né per la sua clemenza. San Siro ha avuto l'ardire di fischiare anche Samuel Eto'o, non ne farei necessariamente un termometro della qualità di ogni singolo giocatore che vesta la maglia dell'Inter.

B) "L'unico momento di splendore l'ha vissuto per sei mesi in prestito all'Espanyol, dove ha potuto si giocare con continuità, ma chi conosce il calcio sa bene che quello spagnolo (come quello brasiliano) si gioca 'a maglie molto larghe' e con un pressing quasi inesistente".

Unico momento di splendore? Io definirei l'esperienza di Coutinho all'Espanyol più che altro un avvertimento che l'Inter sta colpevolmente ignorando. Quei sei mesi (che hanno esaltato tifosi, stampa e tecnico) sono la più fulgida dimostrazione di cosa sia in grado di fare Coutinho con un minimo di continuità. E forse sarebbe anche il caso di sfatare questo tabù della Liga come Eden per attaccanti e trequartisti. Anche escludendo Real Madrid e Barcellona, i risultati delle squadre spagnole in Europa stanno a testimoniare che il livello del calcio spagnolo è alto tout court. Un'esperienza in Spagna è assolutamente da considerarsi un test probante per valutare le qualità di un giocatore.

C) "Quando Coutinho è stato chiamato in causa ha purtroppo miseramente fallito. Ci sono altri '92 che già fanno la differenza come El Shaarawy e Neymar".

Ma come? Il Brasile è un campionato facile, "a maglie larghe" e marcature allegre se ci gioca Coutinho e diventa palcoscenico attendibile per valutare le abilità di Neymar? Delle due l'una.

Quando Coutinho è stato impiegato? Appunto: quando? Il brasiliano non ha mai avuto l'occasione di giocare con continuità, spesso penalizzato dai moduli. Quello che non può essere smentito, parlando di Coutinho, è il progresso. Il giocatore sta mostrando evidenti progressi mese dopo mese, stagione dopo stagione. Solo i problemi fisici ne stanno frenando un'ascesa che è comunque già stata palese. E parliamo di un giocatore che deve ancora compiere 21 anni.

D) Il "progetto giovani" è difficilmente applicabile in un club del blasone dell'Inter

Sorvolando sul fatto che il Barcellona gioca con un undici "canterani", direi che il progetto giovani è l'unica ancora di salvezza (insieme allo stadio di proprietà) di un club come l'Inter al tempo del fair play finanziario. Crearsi i campioni in casa, farli crescere e puntarci con decisione, dando loro libertà e facoltà di sbagliare: questo deve essere il progetto a lunga scadenza. Se si punta con decisione su un giovane non lo si sacrifica sull'altare di un modulo, ma si plasma il modulo in base alle caratteristiche del giovane in questione. In questa Inter un posto fisso per Coutinho si poteva e si doveva trovare.

E) "13 milioni per Coutinho è il massimo che si possa desiderare"

Qui mi viene in soccorso il buon vecchio Ferguson e il concetto tanto caro al tecnico scozzese di "re-sale value". Acquistare giocatori di 28 anni, o peggio ancora non cedere giocatori di 28 anni all'apice (come successo con Sneijder) è economicamente (non necessariamente sportivamente) un errore, perché il valore di quel giocatore è inevitabilmente destinato a scendere. Nel caso di Coutinho questo discorso si rovescia completamente. Il brasiliano è un giocatore in ascesa, con un ingaggio più che abbordabile: è pressoché certo che il suo valore (stanti le sue indubbie qualità) andrà ad aumentare da qui a 2-3 anni. Appurato che in tempi di vacche magre anche l'Inter è da considerarsi un club che vende, cedere un giocatore il cui valore è destinato a salire non sembra economicamente la scelta giusta, sembra piuttosto un boomerang più che annunciato.