editoriale

Ecco l’Inter che ci porteremo nel 2012!

Abbiamo scelto il racconto di Marco Lo Prato. Tra tutti i ricordi nerazzurri che ci sono arrivati questo è quello che ci ha colpito di più. Non ci troviamo solo sprazzi di nostalgia, ma la chiave di svolta per la ripresa di stagione. Prendere...

Alessandro De Felice

Abbiamo scelto il racconto di Marco Lo Prato. Tra tutti i ricordi nerazzurri che ci sono arrivati questo è quello che ci ha colpito di più. Non ci troviamo solo sprazzi di nostalgia, ma la chiave di svolta per la ripresa di stagione. Prendere tutto quello che c'è di buono e ributtarci in pista. Ci vediamo nell'anno nuovo!

E’ il 16 Marzo 2011 e sta per andare in scena all’ “Allianz Arena” di Monaco il ritorno degli ottavi di finale di Champions League, Bayern Monaco-Inter. I nerazzurri hanno perso per un gol balordo negli ultimi minuti a San Siro, e ora devono cercare l’ impresa in casa Tedesca: riuscire a passare il turno nonostante la sconfitta casalinga all’ andata, rimonta mai riuscita a nessuna squadra nella moderna “Champions League”. La notte prima della partita il fato sembra voler mandare segnali sconfortanti: Javier Zanetti, il Capitano, il Condottiero di mille battaglie, viene messo K.O. da un’ influenza, e non potrà essere della partita. Tocca a Dejan Stankovic tenere la fascia di capitano in quella notte Bavarese. Alle 20.45, me lo ricordo ancora, avevo 37.5 di febbre, ed ero sul mio divano aspettando con trepidazione la partita. Prima delle grandi imprese ogni interista sente qualcosa nel proprio animo che gli preannuncia aria di vittoria - o almeno, per me è così-. Sono imbandierato di nerazzurro e carico. Andiamo Inter, facci sognare!

Ed Eto’o sembra leggere questi nostri pensieri di speranza, perchè al quarto minuto manda in rete un assist di Pandev, riaprendo i giochi per la qualificazione. Io so che, dentro il cuore di ogni interista, si è accessa una luce che recitava:”grande impresa, grande vittoria, immortale memoria”, perchè noi siamo così, sempre avanti. Però, come in ogni grande impresa, c’è da soffrire. Un gol di Gomez, causato da un errore di Julio, riapre la partita, mentre al trentunesimo la doccia fredda: Muller segna e sembra far svanire i nostri sogni di gloria. Diciamocelo, in quanti avrebbero creduto in una possibile, eroica, rimonta con quel risultato? Ma, nel cuore di ognuno di noi, scorreva un brivido, una scossa, che teneva la scintilla della speranza accesa.

Nella ripresa Mister Leo si gioca il tutto e per tutto: dentro Coutinho, fuori Stankovic, per quarantacinque minuti da impazzire. Al sessantatreesimo arriva inaspettato -ma sperato- il pareggio: Cou, dalla sinistra, gira a destra per Eto’o che appoggia per Sneijder che con una rasoiata a fil di palo insacca Kraft! “Riapertaaaaaaa” urla Scarpini, “Andiamoci a prendere questa vittoria” gridano i tifosi Interisti presenti a Monaco. Da lì parte un’ assalto nerazzurro, con la squadra spinta dai nostri intrepidi tifosi che non si lasciano ammutolire dai tedeschi e continuano a cantare, imperterriti “Inter, Inter, Inter!”. Queste sono le nostre notti, le notti da Pazza Inter. E il destino, si sa, quando si annoia, si mette a giocare con le coincidenze. E allora sembra giusto, a pensarci ora, che l’ epica rimonta sia stata firmata proprio dal giocatore più criticato di allora, il più discontinuo e discusso, Goran Pandev: lancio lungo dalla difesa, Eto’o e Nagatomo scattano, il Camerunense si beve Breno con una finta di corpo e la dà a Pandev che segna il gol dell’ incredibile - e per certi versi impossibile- rimonta interista, poi corre sotto lo spicchio di nostri tifosi battendosi la mano sul cuore, come a voler dire:”Questa è la nostra partita, la partita di noi sottovalutati, di noi in cui nessuno credeva, eccoci, siamo l’ Inter”.

Questa non è stata la vittoria della tattica di Mou, non è stata una vittoria fortunata, è stato il trionfo del coraggio, della passione, della voglia. E’ vero, alla fine quel risultato non è servito a nulla ai fini della Coppa, visto che ci siamo dovuti arrendere anche noi, sempre in Germania a Gelsenkirchen, contro lo Schalke 04. Ma di questo 2011 mi porterò dietro l’ immagine di Leonardo a pugni stretti che incita i suoi dopo il 2-1 di Muller, la grinta con cui Eto’o, Sneijder, Coutinho, Cambiasso e tutta la squadra azzannava il pallone, con la fame che solo un anno e mezzo fa ci ha portato a essere Campioni di tutto. Sì, quella è stata anche la notte della nostalgia.  Non so come andrà questo 2012, se ci saranno vittorie o tremende sconfitte, ma sono cosciente di una sola cosa, la più  importante: comunque vada a finire, noi, i veri tifosi, saremo sempre lì, a seguire l’ Inter, in trasferta o giù in città, e a cantare “Forza Inter vinci per noi”.

MARCO LO PRATO