editoriale

Errare è umano, perseverare?

La domanda che in queste ore si sente più spesso è: ma quante partite ancora distrutte da errori arbitrali ci vogliono per vedere la moviola in campo? Certo che a volte diventa davvero imbarazzante, intendiamo proprio umanamente, vedere qualcuno...

Alessandro De Felice

La domanda che in queste ore si sente più spesso è: ma quante partite ancora distrutte da errori arbitrali ci vogliono per vedere la moviola in campo?Certo che a volte diventa davvero imbarazzante, intendiamo proprio umanamente, vedere qualcuno fallire ineluttabilmente e senza appello. Ma ancora più sgradevole è patire quando l’uomo in questione manca assolutamente di umiltà, unico rifugio individuale nei momenti difficili.E’ luogo comune che tutti, ma proprio tutti, sbagliamo. Ma il vecchio proverbio latino dice che perseverare è diabolico.In riferimento alla partita di sabato sera sarebbe esagerato attribuire volluttà sataniche al fiorentino Rocchi nel trovar soddisfazione a danneggiare l’Inter (anche se gli statisti parlerebbero di numeri chiari su questo punto visto che in 16 partite Rocchi ha espulso 7 giocatori nerazzurri). Piuttosto ne discerniamo nitidamente uno stato di cose: una conduzione di gara oltremodo censurabile (e ci va di essere eleganti con questa definizione). Il tutto ampiamente comprovato dai sistematici errori sparsi per la tutta la partita. La conseguente condanna della stampa è stata unanime.Sappiamo che sabato sera gli Uomini Saggi ad un certo punto hanno gridato: “Fermate questo scempio!”. Come non capirli. Stavano godendo della meravigliosa partita di San Siro. Gara delle cd. “grandi occasioni”, sul filo del rasoio, al cardiopalma, bellissima. Da un lato una bella Inter con un Maicon redivivo, dall’altro un bel Napoli che sapeva far male con un Lavezzi che bruciava l’erba su cui filava. Spettacolo eccellente di fronte ai nostri occhi di un calcio italiano di nuovo bello a vedersi. Ma tutto si è inevitabilmente spezzato allorchè è salito in cattedra chi avrebbe dovuto star dietro le quinte: l’arbitro. Costui, per ragion di stato soggetto neutro per eccellenza, ha posto fine allo spettacolo. Davvero un peccato mortale.Ci ha fatto proprio male vedere “lo scempio arbitrale” e siamo ancora amareggiati pensando a capitan Zanetti perdere il suo proverbiale ed incrollabile lucido temperamento. I giocatori erano spaesati, ancora sotto shock per le assurde decisioni arbitrali. Anche gli stessi vincitori ci sono parsi in evidente imbarazzo a commentare la partita. Non bisogna nascondersi certo dietro ad un dito: obiettivamente la difesa nerazzurra è un colabrodo con 11 reti subite, diventando così la peggiore retroguardia della serie A 2011-12. Non si partiva così male da 28 anni, dal 1983-84 squadra allenata allora da Luigi Radice.Al di là delle difficoltà della squadra resta comunuqe il fatto che abbiamo assistito all’ennesima partita falsata da errori gravi, troppo gravi. E’ per tali ragioni che facciamo nostro l’appello dei Saggi che a questo punto strepitano: “Adesso basta! Fate qualcosa!”.Allora la moviola in campo sabato, forse, ci avrebbe salvati tutti dallo scempio.  In assenza di replay si apre una falla di conoscenza tra chi può sapere e chi no e sinora a sapere sono stati solo i telespettatori. Il rifiuto dell'innovazione e delle sue applicazioni alla crescita della conoscenza comune, di qualsiasi natura, porta sempre ed inevitabilmente alla censura. La Fifa resta contraria all’utilizzazione della moviola in campo perché a loro detta, citiamo Platini, “il calcio non sarebbe umano”. A noi pare invece di essere ben fuori dall’umano, perché piuttosto si è già sfociato nel diabolico.Con la moviola in campo a temperare gli abbagli del direttore di gara probabilmente avremmo continuato ad assistere ad un bel match o quanto meno, e di ciò ne siamo certi, avremmo visto una partita di calcio.