Giustizia (non) é fatta

Il ricorso dell'Inter per la squalifica di Pecorini ha portato a casa una riduzione di tre mesi della pena. Simone Pecorini, difensore dell'Inter Campione d'Europa, starà lontano dai campi fino al 30 settembre, anziché fino al 31 dicembre 2012. L'amaro in bocca resta. Non accenna ad andarsene. Perché, come vi avevamo mostrato in un video, non c'é accenno a nessun tipo di aggressione all'arbitro, se non una protesta meramente verbale. Che si poteva punire con una squalifica. Di certo non con un esilio di 8 mesi. Ora i mesi sono diventati 5. Ma fanno ancora molto rumore.

Proprio di recente si era parlato di una squalifica da parte di un giocatore del Granada, Dani Benitez, per un'aggressione nei confronti dell'arbitro Clo Gomez. Aggressione che si era tradotta nel lancio di una bottiglia di mezzo litro quasi piena e che aveva colpito l'arbitro in viso. Vi chiederete quanti anni di squalifica gli abbiano comminato. Tre. Mesi.

É evidente che qualcosa non quadra. in generale, per rimanere in casa nostra, di atteggiamenti odiosi e intimidatori nei confronti di un arbitro ce ne sono stati molti. Troppi. Cassano venne punito con cinque giornate di squalifica dopo essersi tolto la magliette, averla lanciata addosso all'arbitro e averlo minacciato con un Ti aspetto fuori. Per non parlare dei ripetuti insulti di Totti nei confronti dei direttori di gara. O quando si crea l'accerchiamento dell'arbitro per scoraggiare decisioni poco gradite. La violenza e il non rispetto dei ruoli vanno puniti. Sempre. Ma deve esistere una scala credibile delle punizioni. E non deve mancare l'intento rieducativo. Nel caso Pecorini la presa di posizione é nettissima. La giustizia che la sottende gioca Invece una parte decisamente più debole. Quasi impalpabile.

Twitter @SBertagna