editoriale

Gole profonde, profondissime

Eravamo già tutti proiettati verso il Natale quando è arrivata una nuova notizia in relazione al processo Calciopoli. La bomba di Natale. Leggiamo sulla Rosea (come su altri giornali) che un nuovo teste – per ora non ha un nome ma le...

Sabine Bertagna

Eravamo già tutti proiettati verso il Natale quando è arrivata una nuova notizia in relazione al processo Calciopoli. La bomba di Natale. Leggiamo sulla Rosea (come su altri giornali) che un nuovo teste - per ora non ha un nome ma le indiscrezioni dicono sia un ex-carabiniere probabilmente allontanato dall'Arma - sostiene che l'inchiesta del procuratore Narducci e del colonnello Auricchio sarebbe stata gravemente manipolata. In sostanza nell'intera vicenda non ci sarebbe nulla di veramente rilevante o importante, secondo lui. Pene troppo pesanti. Le dichiarazioni ci riportano ad un clima da servizi segreti secondo il quale i server avrebbero misteriosamente cancellato alcune intercettazioni. Ma il perno dell'accusa di "gola profonda" riguarderebbe essenzialmente un incontro tra i Della Valle, Mazzini e Bergamo sui colli fiorentini. Secondo "gola profonda" sarebbe sparito l'audio di quell'incontro. E guarda caso in quell'intercettazione non si diceva nulla di compromettente.

E' Natale e siamo tutti più buoni, ci mancherebbe. Il teste deve prima di tutto palesarsi con un nome e un cognome. Poi bisognerebbe sondare la sua credibilità (indiscrezioni sembrano suggerire rancori nascosti). In seguito qualcuno ci dovrebbe spiegare perché Calciopoli dovrebbe ritenersi scossa da una telefonata che non ha sentito. A dire il vero a noi sembrano sufficienti quelle che abbiamo ripetutamente riascoltato e che di certo non sembrano poter scagionare i Della Valle (come conferma la sentenza in primo grado nel processo di Napoli). Comunque, se il nuovo sport è cercare di ribaltare una situazione ampiamente documentata ci atteniamo alle regole. Attendiamo e seguiamo con attenzione i risvolti. Per fortuna l'unica persona alla quale dobbiamo rendere conto si chiama buon senso. E per quello, a quanto pare, in questo Natale non c'è stato molto spazio...