editoriale

IL PREZZO DELLE ESCLUSIONI: QUANDO SBAGLIARE COSTA

Le politiche sbagliate si pagano. Non solo con le annate più o meno sciagurate (l’ultima, la più funesta). Si pagano a diversi livelli e quello del mercato porge quasi sempre il conto più salato. Mentre l’Inter cerca quindi di...

Sabine Bertagna

Le politiche sbagliate si pagano. Non solo con le annate più o meno sciagurate (l'ultima, la più funesta). Si pagano a diversi livelli e quello del mercato porge quasi sempre il conto più salato. Mentre l'Inter cerca quindi di voltare pagina (e alcune indicazioni sembrano puntare verso una direzione più concreta e affidabile rispetto al recente passato) deve trovare il modo per risolvere alcune situazioni generate da una recente gestione, che si è dimostrata spesso di tipo superficiale. Gli acquisti incauti. Sono le cessioni dopo il Triplete ad aver sollevato più critiche (fautrici di un conseguente abbassamento del livello tecnico), ma il problema vero è rappresentato dalle scelte che sono state fatte per rimpiazzarle. Alcune azzeccate. Molte altre di dubbia utilità.

Come scriveva Simone Nicoletti su Fabbrica Inter in un pezzo che analizzava il post-triplete "negli ultimi 3 anni abbiamo speso circa 150 milioni di euro per i cartellini a titolo definitivo di Nagatomo, Ranocchia, Pazzini, Biabiany, Mariga, Jonathan, Viviano, Alvarez, Guarin, Castaignos, Forlan, Palacio, Handanovic, Silvestre, Pereira, Longo, Kovacic, Kuzmanovic, Schelotto." Sono arrivati anche giocatori importanti e di valore. Ora, che si possa sbagliare è assolutamente fisiologico. Ma se sommate gli errori di valutazione alle cessioni eccelse avrete la risposta alla domanda sulla non competività nerazzurra degli ultimi anni.

Rinnovi azzardati (Chivu), scommesse nelle quali già  in partenza si credeva poco o non abbastanza (Gasperini, ma alla fine della fiera anche Stramaccioni). Forlan, per esempio, rientra negli acquisti di dubbia utilità visto che era arrivato e per una "disattenzione" si era scoperto che non avrebbe potuto giocare la CL (l'improvvisa involuzione del giocatore ha fatto il resto). Silvestre è stato un investimento importante dal punto di vista economico, ma dopo un paio di prestazioni incerte lo si è accantonato. L'operazione Schelotto rimane un enigma. Al di là del valore del giocatore, privarsi di un giovane come Livaja rimane una scelta alquanto discutibile.  Ora il compito arduo e ingrato di Mazzarri prevederà anche il gioco delle esclusioni. In tutta risposta ci potrebbero essere delle reticenze (alcune già si stanno palesando) da parte di chi vorrebbe ancora poter dimostrare di essere da Inter. Ecco, navigare a vista e prendere decisioni approssimative per sopravvivere comporta grosse perdite per un portafoglio già svuotato. Quanti dei soldi investiti male rientreranno nelle casse? "Sbarazzarsi" di giocatori (alcuni presi da poco), che non possono più fare parte del progetto (qualunque esso sia), ha un suo prezzo. E non è per nulla a buon mercato. Converrà non dimenticarsene, in futuro.

Twitter @SBertagna