Siamo alle solite. Quando di mezzo ci sono i bigliettoni di Moratti e i pruriti del mercato invernale cominciano a palesarsi, i famigerati scribacchini dal calamaio euro-sensibile, partono alla carica del drappo nerazzurro. Se poi, i binari delle strategie interiste incrociano per sbaglio la regale corsia preferenziale dell’Eurostar rossonero, allora è proprio la fine. I pennaioli riservisti si scatenano in proiezioni fantastiche e scenari immaginifici che farebbero rivoltare nella tomba persino Tolkien.Il prezioso anello in questione è Carlos Tevez, così prezioso da essere messo in cantina dal Manchester City, e che Mancini non vuole più vedere nemmeno in fotografia. Mentre il tecnico marchigiano conta speranzoso i giorni che mancano alla sua cacciata, prima delle festività natalizie l’attaccante argentino si deve giocoforza essere manifestato sotto forma di entità divina camminando sulle rive del Naviglio Grande, dato che per lui nell’ultimo mese si è scatenata una lotta feroce a colpi di email e cene a base di pescato tra Inter e Milan.Normale duello di mercato, direte voi, tanti ne abbiamo visti in passato anche di più interessanti (dopo reciterò il Confiteor, divino Tevez). Verissimo, ma i pennaioli lanzichenecchi in queste circostanze danno il meglio, offrendoci il consueto quanto amaro spasso.Cominciamo dal susseguirsi delle offerte formulate da Inter e Milan per Tevez con conseguenti titoloni: “Inter: 25 milioni per Tevez, Moratti solito spendaccione!”, “Milan: 24,950 milioni per l’Apache, che affare!” (se contassimo tutti i pasti offerti da Galliani a Tevez e al suo paffuto agente Joorabchian arriveremmo con serenità a 30 milioni, ndr).Meraviglioso poi il capitolo bonus, che per l’Inter sono sempre “onerosi”, mentre per il Milan diventano magicamente “collaterali” o “accessori”. La verità? I bonus per l’Inter sono Bund tedeschi a 6 e 12 mesi, per il Milan invece sono buoni sconto della Conad, rigorosamente del 10%, di cui Tevez è cliente fedelissimo.Ma la verità delle verità su Tevez, se ancora non la sapete, è questa. La sua storia parla da sé, basta informarsi.Carlos Tevez nasce il 5 febbraio 1984, neonato e scarsicrinito, è subito impressionante la sua somiglianza con Adriano Galliani. All’età di un anno pronuncia la sua prima parola: Milan. Al compimento del secondo fa il suo primo disegno su carta con una matita: la caricatura di Pietro Paolo Virdis e, solo 12 mesi dopo, per manifestare il suo disappunto verso i genitori prende il vezzo di alzare la mano destra per chiamare il fuorigioco come fa Franco Baresi. A 6 anni si reca nella chiesa della Ciudadela per la Prima Comunione indossando la maglia di Alberigo Evani; a 8 si fa crescere le treccine come Gullit, ma nel quartiere Ejército de los Andes i suoi amici, tifosi del Boca, lo ostracizzano, così Carlos va dal parrucchiere con la mamma e ordina un taglio meno riconoscibile “alla Giovanni Stroppa”, peraltro idolo del parrucchiere del barrio. A 10 anni confida ai genitori il sogno di diventare meccanico per cambiare un giorno il ruotino a Lentini. Un anno dopo diventa tesserato della Fossa dei Leoni sez. Buenos Aires. Momento difficile per il giovane milanista Tevez si manifesta dai 14 ai 16 anni quando gli acquisti di Dugarry, Ba, Lehmann, Bogarde e Cardone mettono a dura prova la fede rossonera di Carlitos. Un busto bronzeo di Silvio Berlusconi corredato di bandana viene prontamente recapitato in Argentina e Carlitos ritrova speranze e sogni a tinte rossonere. Tevez comincia la sua carriera da calciatore e alla prima intervista alla stampa gli viene posta la domanda: «Qual è il tuo sogno?» e Carlitos, senza esitare, replica «Giocare con Zlatan Ibrahimovic, un 19enne svedese di origini bosniache che milita nelle giovanili dell’Ajax». A tutte le successive domande che gli verranno fatte dai giornalisti Tevez risponderà sempre: «Milan, te quiero».
editoriale
Inter falla finita, Tevez è rossonero!
Siamo alle solite. Quando di mezzo ci sono i bigliettoni di Moratti e i pruriti del mercato invernale cominciano a palesarsi, i famigerati scribacchini dal calamaio euro-sensibile, partono alla carica del drappo nerazzurro. Se poi, i binari delle...
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