editoriale

L’effetto secondario dei sogni

Mentre il mondo cade a pezzi c’è chi ha il compito ingrato di raccogliere i cocci. Spolverarli. Trovare loro una sistemazione. Vecchia o nuova non ha grossa importanza. Devono incastrarsi bene. E funzionare. Mentre il mondo cade a pezzi la...

Sabine Bertagna

Mentre il mondo cade a pezzi c'è chi ha il compito ingrato di raccogliere i cocci. Spolverarli. Trovare loro una sistemazione. Vecchia o nuova non ha grossa importanza. Devono incastrarsi bene. E funzionare. Mentre il mondo cade a pezzi la fuga più facile e consolatoria è quella dei sogni. Curarsi con un'idea che un'altra realtà sia possibile. Prima. O poi. E' un attimo che il sogno considerato prezioso e incedibile fino a pochi istanti prima, venga preso a calci. Eppure succede. E non è sempre un bene.

Parlare di "nuovo" allenatore, "nuovi" acquisti, "nuova" dirigenza a mercato chiuso e con tre competizioni in corso da sfangare può trasformarsi in rischioso palliativo. Ora come ora possiamo contare solo sulle nostre forze. Rimetterle in piedi. Ordinarle. Trovare un senso nell'emergenza, che ci permetta di sopravvivere. Non è la situazione ideale, ma non possiamo di certo dedicarci a ricamare illusioni. Con quelle non andremo da nessuna parte. Pensare al nuovo fa parte di un discorso che andrà impostato severamente al più presto, ma che sfora ormai nel futuro prossimo. Che dovrà disegnare una nuova stagione. Evitando di ripetere gli stessi errori. Ora come ora serve il lavoro duro. Abituarsi alla luce grigia della normalità. Prediligere la realtà alla fantasia. Mentre il mondo cade a pezzi è più semplice cercare i colpevoli, che provare ad affrontare i problemi. L'effetto secondario dei sogni. Resta solo da decidere che cosa vogliamo fare. Rimanere seduti a fissare i cocci. Oppure iniziare a raccoglierli.

Twitter @SBertagna