editoriale

Lutto nazionale

Dopo l’uscita del Napoli dalla Champions League, i maggiori quotidiani sportivi italiani e i tifosi di ogni fazione (meno che quelli dell’Inter), hanno deciso di proclamare la giornata del 15 Marzo, come quella del ‘lutto...

Alessandro De Felice

Dopo l'uscita del Napoli dalla Champions League, i maggiori quotidiani sportivi italiani e i tifosi di ogni fazione (meno che quelli dell'Inter), hanno deciso di proclamare la giornata del 15 Marzo, come quella del 'lutto nazionale del giornalismo'. Una eliminazione, quella partenopea, che ha toccato tutti. Lacrime sgorgano dai puri occhi dei giornalisti costretti mercoledi sera a scrivere un pezzo sulla gara dello Stanford Bridge. Un azzurro napoletano in cui tutti rivedevano l'azzurro della nazionale, Cavani Lavezzi e Hamsik diventati i novelli Garibaldi, Camillo Benso e Dario Fo. Simbolo di un'Italia volenterosa di mostrare il suo valore all'Europa intera, dando una mano cosi anche al premier Monti per uscire dalla crisi.Svegliatici come d'incanto da questo sogno sportivo, i giornali hanno dato merito a tutto ciò che i partenopei sono riusciti a combinare nella gara di ritorno: c'è stato chi ha titolato "Grazie Napoli ci hai provato" oppure "Napoli a testa alta". Casualmente invece, gli stessi quotidiani, che in meno di ventiquattro ore non penso abbiano cambiato linea editoriale basata sul 'volemose bene semo italiani' oppure direttore, rivolgendosi all'eliminazione dell'Inter la descrivevano cosi: "Inter fuori ma cosi no!" e "Fallimento Inter".Nulla contro la squadra napoletana che aveva giocato una grande gara all'andata, ma tanto da dire a coloro che ogni giorno fanno la cronaca di ciò che accade nel mondo del calcio e in particolar modo in quella porzione di universo nota come Inter.Quando solo una settimana fa, il Milan rimediava una mesta figura in quel di Londra contro l'Arsenal, la preoccupazione maggiore è stata non quella di descrivere una partita orribile dei rossoneri (che devono erigere un monumento all'ingresso di Milanello ad Abbiati), ma quella di dire che comunque il Milan ha retto bene il colpo nel secondo tempo. Perchè nessuna squadra sotto per tre a zero dopo 45 minuti, avrebbe avuto la sua stessa qualità e capacità di non affondare del tutto. Ergo: tutti eroi quelli rossoneri. Addirittura un Ibra paragonato a Messi, dopo una gara opaca in cui si notava solo per il modo goffo in cui franava in terra ogni qualvolta aveva la palla e un difensore dell'Arsenal gli si avvicinava. Messi, offesosi evidentemente per il paragone, il giorno dopo poi ha deciso di realizzare cinque gol in una sola gara, tanto per ridisegnare le giuste distanze tra lui e il maestro di galateo che veste di rossonero. Quello che onora le donne ricordando loro la vera funzione per cui sono su questa terra: andare a cucinare.Lo scorso anno invece si riuscì a fare ancora di meglio: Milan fuori agli ottavi contro il Totthenam dopo non essere riuscito a segnare neanche un gol e la 'rosea' che scrive: "Fuori i migliori". Tanto migliori questi extraterrestri rossoneri che, contro una squadra a cui un'Inter, malaticcia e già in fase decadente, di gol ne aveva segnati ben cinque in 180 minuti, non sono riusciti a realizzare neanche una marcatura.Vero è che l'Inter non ha affrontato il Chelsea ma il Marsiglia, una squadra dai valori tecnici di certo inferiori agli inglesi, ma c'è anche da dire che i 'blues' erano in una profonda crisi e che il Napoli, partiva da una condizione di vantaggio migliore rispetto a quella in cui partiva l'Inter dopo aver perso la gara di andata degli ultimi minuti a causa di un kamikaze che indossa un caschetto blu dell'Onu...Si è parlato tanto del rigore provocato da Dossena, come se senza quella nefasta casualità, gli azzurri di Napoli (e d'Italia) avrebbero tranquillamente passato il turno. A Milano invece nessuno ha notato come il miracolato Brandao, abbia realizzato una 'espaldinha' più unica che rara, che gli ha permesso anche di battere a rete in maniera forte e precisa, nonostante non abbia proprio due piedini e le movenze da ètoile della scala. Han preferito soffermarsi sul fatto che Sneijder crea sempre problemi all'Inter, che Lucio doveva lasciare quel pallone di testa a Samuel, che Ranieri non ha ancora le idee chiare sulla formazione da schierare e cosi via.Purtroppo il risultato oggettivo è sotto gli occhi di tutti: Inter e Napoli fuori agli ottavi, con l'aggravante che i nerazzurri sono usciti per una questione di gol realizzati in trasferta, mentre i partenopei hanno subito un gol in più degli avversari. Non ci resta che riporre tutte le nostre speranze nel Milan, club più titolato al mondo, oppure "Come sempre toccherà alla Juve salvare l'onore dell'Italia".twitter @marcorizzo1986