Abbiamo atteso a lungo noi tifosi interisti, per poter finalmente fare un sospiro di sollievo e mettere (almeno per il momento) la parola fine relativamente a quella che i media più 'interessati' osavano chiamare 'farsopoli', ma che invece per noi tutti e per onore di correttezza era doveroso chiamare 'Calciopoli'. La sentenza del giudice Casoria ieri sera è stata inequivocabile: 5 anni e 4 mesi con interdizione dai pubblici uffici e daspo per Luciano Moggi."Mi hanno ucciso l'anima" diceva nel 2006 colui che si è scoperto poi aver distrutto il calcio. Magagne, combine, influenze varie hanno portato Moggi e la sua Juventus a vincere tutto ciò che si poteva in campo nazionale, salvo poi dover fare i conti con la dura realtà. Una realtà che non lascia scampo. Il capo di imputazione 'associazione a delinquere' non è caduto cosi come voleva gran parte dei commentatori/giornalisti che si sentivano un pò orfani del Lucianone nazionale."Il miglior dirigente mai avuto in Italia" è stato detto con troppa superficialità. Uno le proprie capacità le dimostra di solito sul campo, non creando una cosi fitta rete di imbrogli per addivenire a un risultato. Quante parole abbiamo dovuto sorbire noi poveri interisti in questi anni, noi passati dall'essere vittime all'essere carnefici. Come se in Italia fosse un male distinguersi dalla massa. Come se chi non ruba e gli viene in maniera sacrosanta riconosciuto tutto ciò, allora è più colpevole di tutti gli altri.Non solo una condanna sul piano penale di 5 anni e 4 mesi, ma addirittura l'interdizione dai pubblici uffici e il daspo. Il daspo, in parole molto povere, è l'acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive ed è una misura introdotta con la legge 13 dicembre 1989 n. 401, al fine di contrastare il crescente fenomeno della violenza negli stadi di calcio. Quello che viene comminato solitamente agli ultras, rei di aver commesso un qualunque illecito. In questo caso, dopo la sentenza, questa pena accessoria può essere vista più come una salvezza per Moggi che una aggravante. Di certo il mondo del calcio per lui, è un qualcosa da cui verrà totalmente estromesso. Non fosse per alcuni organi di stampa che giustamente o in maniera errata, questo dipende dalla morale e dal punto di vista di ognuno di noi, gli danno carta bianca per quanto riguarda i commenti calcistici e non.Per fortuna, almeno per ora, eviteremo i commenti dei vari soloni che già stanno pensando alle successive fasi del processo. Appello e Cassazione potrebbero si salvare la posizione di Moggi and co., ma al momento appare una soluzione che avrebbe dell'impossibile. Ci hanno già provato una volta, non capendo che la giustizia non si fa con le dichiarazioni sui giornali da parte degli imputati, ma si fa con le volontà dei giudici. Una giuria che, a prescindere dalle condanne derivanti dal giudicato sportivo, ha voluto andare a fondo a questa faccenda senza alcun tipo di timore reverenziale. Reverenza che magari aveva chi in prima pagina sbatteva una maglia dell'Inter con una forbice che scuciva lo scudetto, o chi andando contro la realtà dei fatti, ostentava la santità della triade. Non quella spirituale ma quella che ha ridotto ai minimi termini il nostro calcio per lunghi anni.Le indagini sono partite solo nel 2004, ma questo diabolico sistema non può essere sorto in una sola notte. Già nel '98 assistemmo a episodi incresciosi capitati ai nostri colori, senza che nessuno muovesse un dito. Chiunque avesse osato mettere in dubbio la legittimità di cotante e roboanti vittorie juventine, avrebbe fatto i conti con la legge di Luciano Moggi.Ultimo e immancabile commento poi non può che essere rivolto alla Juventus, che con una nota societaria si dichiara "contenta della sentenza" perchè in tale modo possono continuare a dimostrare la loro estraneità riguardo all'operato di Luciano Moggi. Ma un dubbio mi coglie impreparato: Luciano Moggi operava per la Juventus o per il Brindisi Calcio?Si vede che certe lezioni non sono servite in passato. Non sono bastate la serie B con penalizzazione, la revoca degli ultimi due scudetti e il verdetto della giuria che ha stabilito che non ci sarà alcun risarcimento per la Juve, per far si che anche la dirigenza bianconera mettesse una pietra su un brutto passato e cercasse di rinnovarsi, provando a vincere in maniera onesta come era ormai disabituata da anni.Più che 'sonosempre29' il motto bianconero, dopo ieri, potrebbe cambiare in: "Sonosempre5annie4mesi".
editoriale
(M)oggi è un grande giorno
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