editoriale

Munta mente?

E’ trapelata come un’indiscrezione, che non ha ancora trovato conferma, nella settimana che verrà ricordata per sempre come la settimana in cui Pato ha fatto tornare Galliani da Londra a mani vuote e con un sorriso tirato (il nostro,...

Sabine Bertagna

E' trapelata come un'indiscrezione, che non ha ancora trovato conferma, nella settimana che verrà ricordata per sempre come la settimana in cui Pato ha fatto tornare Galliani da Londra a mani vuote e con un sorriso tirato (il nostro, invece, era alquanto disteso). Il retroscena svelato dalla Gazzetta dello Sport vedrebbe un Muntari già d'accordo con i rivali rossoneri per l'estate che verrà. Quando il ghanese potrebbe essere ceduto a parametro zero. Si narra che Muntari sia stato consigliato ad una cena di beneficienza da Seedorf. Resisti Sulley e l'anno prossimo vieni da noi. Cambierebbe solo la maglia.

E allora a posteriori uno sfoglia come petali di margherita tutti quei no collezionati da Branca di fronte a sempre nuove offerte per squadre di tutto rispetto. Dalla Premier alla Spagna, con qualche insistente interessamento turco. A Muntari quest'estate non andava bene nulla. Eppure il ghanese non è mai stato nella rosa ideale di Gasperini, figuriamoci in quella di Ranieri. Incomprensibile. O improvvisamente molto comprensibile, se si dovesse confermare la veridicità di quanto trapelato.

Alla notizia che il Milan potesse fare uno sgarbo alla dirigenza nerazzurra qualcuno si è fatto prendere la mano con un "Il Milan soffia Muntari all'Inter." Con tutto il rispetto che abbiamo per un giocatore che appartiene alla nostra rosa definire un gran colpo di mercato l'ingaggio di un giocatore che non gioca una partita da titolare dalla notte dei tempi, pur percependo qualche bruscolino in più di 4 milioni all'anno, ci sembra decisamente eccessivo. Ma il vero sgarbo in questa vicenda verrebbe dal ghanese. Il mondo è pieno di giocatori che in una determinata rosa faticano a trovare spazio. Alcuni fanno come lui. Si siedono in panchina, portano a casa lo stipendio e attendono tempi migliori (meglio se comodi e a portata di mano). Altri, verrebbe da dire per fortuna, non smettono di inseguire la propria ambizione. E fanno di tutto per meritarsi l'appellativo di professionisti del calcio. Chi più, chi meno.