Sarà che si avvicina il Natale, ma sul calcio tira aria di distensione e di riappacificazione. Tavolate apparecchiate per conciliare vecchi rancori, come nelle migliori famiglie. Eppure, proprio per quest'aria che a tutti i costi vorrebbe rendere buono anche chi buono non è, rischiamo di perderci notizie interessanti. Sfuggite ai più. Ignorate volutamente o in buona fede. Forse, giudicate non pertinenti.
editoriale
Rocchi: non tutti sanno che…
Sarà che si avvicina il Natale, ma sul calcio tira aria di distensione e di riappacificazione. Tavolate apparecchiate per conciliare vecchi rancori, come nelle migliori famiglie. Eppure, proprio per quest’aria che a tutti i costi vorrebbe...
E' piuttosto pertinente affermare che Gianluca Rocchi non abbia un rapporto disteso con l' Inter. Le statistiche fredde e mai menzognere ci dicono che di 16 gare da lui dirette 7 sono terminate con i nerazzurri in inferiorità numerica. Ne ricordiamo due particolarmente eclatanti: il derby finito in 9 con un Mourinho furibondo ("avremmo vinto anche in sette") e Inter-Napoli della stagione in corso con un Ranieri altrettanto furibondo ("prego Dio che tu abbia visto giusto"). In questo caso l'unica cosa che non è pertinente citare è la sudditanza psicologica, visto che nei confronti dell' Inter -considerata una grande- il comportamento di Rocchi si è sempre dimostrato tutto all'opposto.
In Bologna-Milan (nonostante le fin troppo pacate rimostranze dei rossoblu) il fischietto toscano è stato il protagonista assoluto di una sconcertante prova. Bologna, Milan, Inter: squadre intrappolate per un motivo o per l'altro nella storia di Calciopoli. Il Milan venne condannato dalla Giustizia Sportiva ad una grave penalizzazione, il Bologna pagò con la retrocessione quella maledetta stagione, l' Inter poté dare finalmente un nome a quei sospetti che la stavano da troppo tempo avvelenando. Vittime e carnefici: un quadro confermato dalla gravità delle sentenze emesse in quello che è stato il primo grado di giudizio del Tribunale di Napoli.
Anche Rocchi è rimasto impigliato nella vicenda Calciopoli. Il suo coinvolgimento riguardava una presunta opera di salvataggio in favore della Lazio e la partita incriminata era Chievo-Lazio del 20 febbraio 2005. La partita finì 1 a 0 per la Lazio. La giustizia sportiva assolse Rocchi, ma non quella ordinaria. Seguì un'incriminazione da parte dei pm Narducci e Beatrice, che ne chiesero il rinvio a giudizio per frode in competizione sportiva (insieme al presidente e al vice-presidente della Figc, a Mazzini, Bergamo, Pairetto e Lotito). Rocchi, in compagnia di Giraudo, Pieri, Lanese e Dondarini (tutti condannati), scelse la strada del rito abbreviato e venne assolto con formula dubitativa.
Fin qui è storia nota (quasi) a tutti. Ricordiamo, come abbiamo già fatto spesso, che nell'attesa del giudizio della giustizia ordinaria Rocchi NON ha mai smesso di arbitrare. Poteva questo fatto rappresentare un problema? Minare la serenità di giudizio dell'arbitro? Domande retoriche che cadranno nel vuoto. Non è caduta nel vuoto, invece, la singolare assoluzione di Rocchi che è stata impugnata (ed ecco la notizia!) dalla Procura della Repubblica. Quindi Gianluca Rocchi, come ci ricorda l'Avvocato Bruno Catalanotti, risulta TUTTORA imputato del delitto di frode in competizioni sportive nel procedimento penale iscritto al n.9305/2010 del R.G. Appelli della Corte di Appello di Napoli, la cui prima udienza è stata tenuta il 16 novembre p.v. (prossima udienza il 21 marzo 2012, sentenza prevista per il 18 aprile 2012). L'8 novembre il Tribunale di Napoli ha condannato tutti i coimputati di Rocchi, nello specifico Bergamo, Pairetto, Mazzini e Lotito (i primi tre per associazione per delinquere e frode sportiva, Lotito solamente per frode sportiva) nella vicenda relativa alla salvezza della Lazio.
Che cosa rischia il fischietto toscano? La Corte d'Appello di Napoli potrebbe riformare e convertire in condanna la sentenza assolutoria espressa con formula dubitativa, accogliendo le richieste degli appellanti P.M. e di conseguenza delle parti civili.Per ora Rocchi si è dimostrato più forte di tutto e di tutti, insomma. Federazione, A.I.A, C.A.N. e il designatore non hanno mai nutrito dubbi e nemmeno accarezzato l'idea che la sua delicata situazione potesse minare la sua serenità di giudizio. Qualche turno di sospensione se gli errori sono troppo evidenti e via di nuovo in campo. Rocchi sembra non patire le attese. Oltre al giudizio della giustizia ordinaria aspetta di scoprire se farà parte del gruppo di arbitri che parteciperanno agli Europei di Polonia e Ucraina. Ce la farà anche stavolta?
© RIPRODUZIONE RISERVATA