editoriale

Trova le differenze

Se vi interessa, organizzano corsi per imparare a vendersi meglio. Corsi nei quali l’autostima viene rifedinita su livelli accettabili e che ti permettono di ridimensionare le false partenze nella giusta ottica. Tra il pessimismo cosmico e...

Sabine Bertagna

Se vi interessa, organizzano corsi per imparare a vendersi meglio. Corsi nei quali l'autostima viene rifedinita su livelli accettabili e che ti permettono di ridimensionare le false partenze nella giusta ottica. Tra il pessimismo cosmico e la cieca speranza esisterà pur una banalissima via di mezzo? Premesso che in casa nostra ci si guarda regolarmente e anche con un occhio pedante e chirurgico, a volte ricollocarsi nel bel mezzo dell'universo mondo forse non è una cattiva idea. La prima considerazione riguarda il numero di giornate giocate. Due. Dalle parti di Torino c'è qualcuno che si sente già campione d'Italia, dalle parti di Milano, invece, le sensazioni sono diverse a seconda della sponda del naviglio. Diverse nell'animo, ma non così diverse nei fatti. Eh già. A guardare la classifica tutta questa grossa differenza di dna proprio non si scorge. Un misero punticino al club più titulato al mondo, quello della musichetta Champions e del dna che freme quando annusa l'aria oltreconfine. Lo stesso misero punticino dei nerazzurri: la squadra più in crisi della serie A, inadeguata, indebolita e chi più ne ha più ne metta. Pareggio dei rossoneri con la Lazio (2-2), netta sconfitta a Napoli (1-3). I nerazzurri sono partiti con una bruciante sconfitta a Palermo (3-4) e hanno guadagnato un punto con la Roma dopo una partita a reti inviolate (0-0). A voler essere tignosi una delle due squadre ha incassato una rete in più dell'altra. Ma in questo gioco una differenza rilevante si trova, a concentrarsi con attenzione. Il calendario. Il Milan ha giocato venerdì 9, martedì 13 e domenica 18 (leggi: 3 partite in 10 giorni). L'Inter invece è partita domenica 11, ha giocato mercoledì 14 e sabato 17; scenderà nuovamente in campo martedì 20 (leggi: 3 partite in 7 giorni!). A voi i calcoli sulla frequenza di gioco, a voi le insinuazioni su chi potrebbe aver avuto da dire qualcosa sui calendari. Certo, una guerra tra poveri direte voi. Il Gasp poi non ha tutti i torti quando sottolinea la mala sorte. Un gol viziato da fuorigioco in Champions, un mancato rigore con espulsione a Palermo e un probabile penalty su Wesley contro la Roma. Piccoli dettagli, questi sì, che probabilmente avrebbero fatto al differenza. Oppure no. QUestione di punti di vista.

Dopo la seconda giornata di campionato i giornali celebrano funerali mediatici in casa Inter, aprendo fantomatici countdown su quando Gasp salterà dalla panchina. Al contrario in casa Milan, dove abbiamo da poco scoperto esserci in vigore un severissimo codice sulle ragazze dei giocatori, quello che sta accadendo non desta particolare preoccupazione. Non si preoccupano i giornali, non la squadra, non l'allenatore. A tempo perso qualcuno ricopre ruoli importanti per il paese. A tempo perso, se vi capita, frequentatelo quel corso di autostima. Potrebbe sempre essere utile...