editoriale

Un pazzo alla volta

Ranieri non vuole sentire parlare di svolta. Non è stata la partita del cambiamento, quella contro la Fiorentina. Come a ricordare che la parola svolta era già stata inappropriatamente adoperata e poi come un fulmine in un cielo apparentemente...

Sabine Bertagna

Ranieri non vuole sentire parlare di svolta. Non è stata la partita del cambiamento, quella contro la Fiorentina. Come a ricordare che la parola svolta era già stata inappropriatamente adoperata e poi come un fulmine in un cielo apparentemente sereno ecco che si era verificata la ricaduta nell'oblio. Piccole scaramanzie da non trascurare. Non saremo guariti fino a quando vincere non sarà diventato qualcosa di più di una mera casualità. Più vicino a qualcosa di molto simile alla normalità.

Aria di normalità. Quella che si respirava ieri dopo il gol del Pazzo. San Siro si fa travolgere da un sospiro di sollievo generale e poco importa che l'avversario non sia in forma eccelsa. Non lo eravamo neanche noi. I segnali positivi non sono mancati. Coutinho e Faraoni si propongono con l'autorità di due senatori, uno a produrre palle sontuose a rincorrere il guizzo del Pazzo, l'altro a trottare sulla fascia, senza sottrarsi mai ai contrasti e dando vita a giocate di prima. La squadra tiene la posizione, si adopera per creare, segna due reti. Sameul e Lucio restituiscono l'antica sicurezza anche alle retrovie.

"Cercavo l'Inter in classifica e non la trovavo. Era nella colonna di sinistra." Ci scherza su Ranieri, in conferenza stampa, senza nascondere il sollievo per il risultato. Un Ranieri molto lontano dal sentirsi rilassato. Proiettato verso la prossima sfida, il recupero contro il Genoa. Il futuro dell'Inter al momento si riduce all'immediato. Un carpe diem dilatato nel raggio di pochi giorni. Sfida per sfida. Un "Pazzo" alla volta, insomma...