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Caressa non ci sta: “Sono Voldemort? Se parli di me citami. Altrimenti lupo e ululato dove…”

Alessandro Cosattini Redattore 

Soprattutto noi che parliamo con questi nuovi strumenti e che quindi ci rivolgiamo anche a un pubblico più giovane. Io lo sapete non ho la pretesa né di avere la verità in mano né di educare nessuno, non è mio compito, però trasmettere un messaggio che non sia diseducativo ai ragazzi e ai meno giovani. Trasmettere e far sì che il mio livello di comunicazione non trascenda verso la violenza verbale. Questo elemento è molto importante, decisivo.

Io continuerò sulla mia strada, sulla strada delle idee, difese, anche con forza, ma sempre con rispetto. Mai con maleducazione e mai con violenza, mai cercando di annientare il nemico, non l’avversario. Io per fortuna non ho nemici e neanche avversari, ho persone con cui discuto e la discussione cerco di vincerla attraverso le argomentazioni, senza violenza, senza insulti, senza cercare la verità nel buio dell’aggressione continua.

Poi, sono Voldemort, colui che non si può nominare. Ma da quello che ho visto ieri su internet, tanti siti, cito Dagospia che seguo, in maniera conclamata, hanno detto che sono io l’oggetto dell’assalto. Quindi sono io, se non è così, c’è bisogno di smentirlo. Però, quando si attacca qualcuno, è bello farlo citando il nome, secondo me. Non è mai bello, ma se proprio lo si deve fare, bisogna citare il nome. Perché se no il coraggio, il lupo, l’ululato, dove sono finiti?”, si interroga.