Un veneto e un uruguaiano: strano. Il vostro segreto?
—"Non lo so, è questo il bello. Ci trovavamo a occhi chiusi. Era come se conoscesse già i miei movimenti. In allenamento mi bastava scattare e lui mi aveva già messo il pallone davanti alla porta".
Un flash sul Chino?
—"I suoi occhi stanchi e svogliati durante le sedute tattiche o di sola corsa. L’allenamento era alle dieci, lui si presentava alle 9,50 con lo sguardo di chi si era svegliato da tre minuti, incazzato come una iena. Odiava quelle sedute, ma appena vedeva il pallone calciava a freddo da 30 metri. Era come un bambino a cui restituisci i giocattoli dopo averglieli requisiti. Cambiava espressione".
Attualità, ora. Chi le piace del Venezia di Di Francesco?
—"Gaetano Oristanio. Mancino come Recoba, ma di un pianeta diverso. Accende i tifosi come faceva lui, però. È un funambolo, sa dribblare e creare occasioni, ma mi aspetto qualche gol in più".
Cosa pensa, invece, del momento di Lautaro?
—"Non deve dimostrare niente. Il mestiere dell’attaccante è così: quando ti gira bene fai gol da centrocampo, altre no. È un campione, tornerà a segnare più di 20 gol".
Pronostico su Venezia-Inter?
—"Sfida tosta, ma la piazza merita la salvezza".
(Gazzetta dello Sport)
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