Passano le stagioni, cambiano gli allenatori, ma Henrikh Mkhitaryan è sempre lì, pronto a macinare chilometri in campo con la solita qualità e la sua intelligenza calcistica fuori dal comune. Il centrocampista armeno, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato del suo ruolo nella nuova Inter di Cristian Chivu: "Per me non cambia niente: non misuro l'impegno con i minuti passati in campo. Continuo a lavorare e a lottare fino all'ultimo, in allenamento e in partita. So che non sto giocando con la vecchia continuità, ma capisco anche che, a quasi 37 anni, sia normale inserire dei giovani che sono il futuro del club. Per Sucic, che gioca spesso nel mio ruolo, sono solo felice: è forte, ha qualità e personalità, farà le fortune dell'Inter nei prossimi anni".
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Mkhitaryan: “Inter, cambiare è un bene. Chivu diverso da Inzaghi. Ingiocabili? Penso che…”
Ma Sucic è un... Mkhitaryan?
"Sucic è un Sucic. È serio come me, si applica e ama imparare, anche le lingue: sa che parlando l'italiano aiuterà ancora di più. Anche per questo avrà un grande futuro. Come centrocampista moderno, mi piace tantissimo: ha ottime qualità tecniche, fisicamente è forte e corre già moltissimo. Deve ancora crescere tatticamente, ma ha solo 21 anni...".

Vale per lei, ma anche per gli altri: quanto è difficile uscire dalla comfort zone dopo tanto tempo?
"Non lo è se pensi che cambiare faccia bene: io ne sono convinto. Se vuoi vincere, devi adattarti in fretta, accettare le scelte e le trasformazioni, non lamentarti, altrimenti finisci per distruggere l'equilibrio di squadra. Da noi, ad esempio, non lo fa nessuno e tutti sono aperti al cambiamento. Ho avuto tanti allenatori in carriera, di ogni tipo, e sono abituato ad adattare il mio modo di giocare. Nel calcio e nella vita vince chi sa mettersi in gioco".
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