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Zanetti: “Bayern-Inter, vi dico la mia. Bisseck grande futuro. Inzaghi, Lautaro e Oaktree…”

Gianni Pampinella Redattore 

La sua carriera è indissolubilmente legata a un altro duello tra Bayern e Inter, la finale della Champions League del 2010 a Madrid. 

"È stato indimenticabile per tutti noi. Giocare una finale di Champions League su un palcoscenico intriso di storia come lo stadio Bernabéu, contro una squadra temibile e impressionante, è un evento che rimarrà per sempre".

In quel periodo giocasti la 700ª delle 858 partite con l'Inter. Qual è stato il segreto di questa longevità quasi unica?

"La ricerca della perfezione. Ho sempre cercato di prestare attenzione anche ai più piccoli dettagli. Dentro e fuori dal campo. E più invecchiavo, più ne sentivo il bisogno, perché il corpo richiedeva cure. Alla base di tutto questo, però, c'era una cultura del lavoro con cui ero nato. Ho visto quanto lavoravano duramente i miei genitori. Ciò lascia il segno. Vengo da Dock Sud a Buenos Aires, un quartiere molto modesto ma molto accogliente e familiare. Mio padre era un muratore. Costruì un campo da calcio per noi bambini, che si chiamava "Disneylandia". Abbiamo giocato lì per ore. Ogni giorno. Ho trascorso lì praticamente tutta la mia infanzia".

Solo il numero di partite ti rende una leggenda dell'Inter. Lei ha sostituito Giacinto Facchetti

"Il solo fatto di essere menzionato insieme a lui è per me qualcosa di molto speciale. Ho avuto l'opportunità di conoscerlo e ammirarlo come persona. Lui è stato uno di quelli, insieme all'allora presidente Massimo Moratti, che mi ha insegnato l'essenza e la storia dell'Inter".