La doppietta "balsamo per l'anima e il corpo" di Lautaro e fonte di tre punti. Tre come i tre attori protagonisti sono da prima pagina per il Corriere dello Sport. Lautaro che ha segnato la doppietta che è servita a rialzare l'Inter dopo gli inciampi del derby e in CL con l'Atletico. Pio Esposito che è entrato e gli ha permesso di sbloccare la partita con un assist al bacio. E Chivu che sta mostrando anche a chi non aveva troppa fiducia che sa quanto vale.

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CdS – Inter, tre uomini in copertina. In un ambiente così, Chivu ha una dote preziosa

"Lautaro Martinez è stato il calciatore più discusso della settimana. Sostituito nel derby quando c’era da recuperare. Sostituito a Madrid contro l’Atletico. Si sa, in Italia bastano due partite senza gol, peraltro entrambe perdute, per aprire una mezza crisi. Siamo fatti così. Ieri, a Pisa, sullo 0-0, al momento di cambiare una delle due punte, Chivu non ci ha pensato due volte e lo ha lasciato in campo. E Lautaro ha segnato una doppietta", scrive il giornale sporttivo.

"Il secondo uomo da copertina ha vent’anni. Si chiama Pio Esposito. Secondo alcuni, è pompato mediaticamente. Secondo altri, bisogna essere cauti perché sarebbe ancora giovane. Il condizionale è legato alla concezione italiana del giovane. All’estero se sei forte, ti fanno giocare sempre anche se hai sedici anni... Avrà anche vent’anni Pio Esposito ma è bello che formato. Poi dovrà crescere, ci mancherebbe. L’Inter ha fior d’attaccanti, quindi dovrà sudare per giocare. Ha davanti a sé Lautaro, Thuram e in rosa c’è Bonny. Ma ormai è inutile star lì a sorprendersi ancora", si legge sul primo assist-man della partita.

Su Chivu, terzo uomo in copertina, il quotidiano scrive: "È l’allenatore che ha ridato fiducia al partito dei moderati del calcio. L’uomo che per indole cerca sempre di tracciare curve morbide, senza mai rinunciare al traguardo che si è prefissato. Ha le spalle larghe. Si vede da come reagisce alle sconfitte. Non drammatizza, prova sempre a trovare aspetti positivi. Il bicchiere non è mai mezzo vuoto. È tipico di chi ha praticato sport ad alto livello. La visione negativa non gli appartiene. Ed è una dote particolarmente preziosa in un ambiente come quello dell’Inter che convive da sempre con la vocazione al masochismo". Un posto che Chivu conosce benissimo.
(Fonte: Corriere dello Sport)
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