Ci hanno pensato tutti. Il cinque a zero ha ricordato da vicino quello della finale di Champions contro il PSG. Ma era stata una sconfitta, indigesta, terribile, deludente. Il 5-0 con il Torino è una vittoria, nella prima giornata di campionato della nuova stagione, non è un diluvio biblico imposto alla squadra granata che potrà rifarsi ma sicuramente ricorda a tutti che quello dell'Inter è, ed ha, un modo di essere particolarissimo. "C'è qualcosa di esoterico, con l'Inter che esorcizza proprio quel risultato di Monaco", scrive La Gazzetta dello Sport nella sua analisi.

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GdS – Inter: cosa resta di Inzaghi e cosa Chivu ha già cambiato. Sucic wow, Diouf ancora no

Ah però, Sucic
—Che parte dai gol ma si focalizza su un interista in particolare: "Chi ci ha colpito di più però è stato un altro interista, Petar Sucic, il croato arrivato dalla Dinamo Zagabria. È presto per tutto, la giornata numero uno è spesso ingannevole, ma non crediamo che sia questo il caso. Sucic ha incantato subito San Siro con una prestazione superba, da centrocampista alfa, dominante perché ovunque. Sucic ha impostato e rifinito, contrastato e tirato. Inevitabile chiedersi se possa diventare l’erede dell’immenso Luka Modric, giunto quasi quarantenne al Milan. Sucic ha quasi 22 anni e di questo abisso anagrafico i giocatori non hanno colpa né merito, ma le società forse sì. La disparità di visione e di programmazione tra Milan e Inter potrebbe condensarsi nel passaggio generazionale tra campioni croati all’ombra del Duomo", scrive la rosea. Sucic ha colpito anche i tifosi, forse già nelle apparizioni al Mondiale per Club. Tanto che c'era chi, tra la gente a San Siro si chiedeva, 'Ce l'ha una clausola di 100 mln sul contratto?". Eh, sarà presto. Ma chi ben comincia... è sempre un passo avanti.
Poi il confronto inevitabile tra la squadra di Chivu e quella di Inzaghi che ha chiuso il suo ciclo all'Inter dopo 4 anni scegliendo di trasferirsi in Arabia Saudita. "Qualcosa è rimasto, per esempio l’attitudine al palleggio. Qualcos’altro di nuovo è visibile a occhio nudo, per esempio una cattiveria più marcata nella riconquista del pallone e una maggiore verticalità, a discapito della lateralità. Si va più dritti al punto, si cerca di meno l’aggiramento, ma è un’impressione legata a quanto si è percepito ieri nel primo tempo di San Siro, magari più avanti Dumfries e Dimarco ritorneranno spingenti e crossanti al massimo, come nell’era precedente", aggiunge la rosea.

I dettagli
—Le immagini che spiccano nella partita sono il cross di Barella che Bastoni infila di testa in porta. Le ripartenze a piacere con "un Sucic sublime al tocco e in rifinitura, deciso al tiro e meticoloso nei recuperi difensivi". Il passaggio dello stesso croato, in diagonale, per Thuramche piazza il 2-0 "Senza guardare, ha indirizzato la palla nello spazio con precisione di tempi e di modi. Una calibratura perfetta, tipica dei grandi o dei predestinati a esserlo". Il primo gol della stagione di capitan Lautaro. La doppietta di Thuram e il gol di Bonny.
L'ingresso di Diouf che non è invece riuscito "a incantare come Sucic" anche perché "dieci minuti non possono bastare per pesare un giocatore, anche se ci aspettavamo un Diouf più arretrato, bastione di centrocampo e non tra le linee". C'è ancora un'intera stagione per mostrarsi. Intanto il messaggio al Napoli è stato inviato. Si ricomincia.
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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