C’è un sogno che ancora non ha realizzato?
«Non ho rimpianti, mi sono divertito in campo e fuori. Ho giocato nel Parma e nella Fiorentina, pazienza se non sono arrivato al Milan o all’Inter. Da bambino, in Brasile, tifavo per i rossoneri ma simpatizzavo anche per i nerazzurri del mio idolo Ronaldo. Dopo Gesù Cristo, c’è il Fenomeno per me. Ho avuto la fortuna di conoscerlo a Rio de Janeiro e per poco non giocavo anche io nell’Inter».

Quando?
«Mi voleva Mourinho, nell’anno del Triplete. Giocavo nel Siena e prima di Natale feci una gran partita a San Siro. Maicon venne da me e mi disse: “Mourinho è interessato a te e ti seguirà nei prossimi tre mesi”».
Alla fine è rimasto a Siena, in Serie B, e sulla panchina dei toscani è arrivato Conte…
«E dopo qualche mese mi ha messo fuori rosa. Torno dal Brasile, cotto dopo molte ore di volo, e mi rifiuto di fare del lavoro straordinario. Conte diventa una furia e mi indica la porta: “se non lo vuoi fare, chiama il tuo procuratore e trovati una nuova squadra, sei fuori”. Dopo due settimane e la mediazione di compagni e dirigenti, mi ha reintegrato. Gli ho chiesto scusa e siamo ripartiti, conquistando la promozione in A. Conte è un vincente, la durezza è la sua forza: trionferà anche a Napoli».
Ha deciso che cosa farà da grande?
«Voglio giocare ancora un po’ a calcio: non gratis, ma mi accontento di poco pur di divertirmi e fare gol. Con un amico ho investito in un autolavaggio a Verona, ma quando smetterò mi piacerebbe fare l’osservatore per scovare un nuovo Ronaldo».
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