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Sacchi: “Juve chiusa dietro, Inter vittoria meritata. Ma deve migliorare nel pressing”

Andrea Della Sala Redattore 
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore Arrigo Sacchi ha parlato della vittoria dell'Inter sulla Juve

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore Arrigo Sacchi ha parlato della vittoria dell'Inter sulla Juve e del gioco della squadra di Inzaghi:

«L’Inter ha vinto con merito, ma per lo scudetto la corsa non è finita qui. I nerazzurri hanno quattro punti di vantaggio sulla Juve, questo è vero, però devono recuperare una partita contro l’Atalanta e i bergamaschi sono brutti clienti: non hanno paura di nulla e sembrano essere tornati ad alti livelli. Quindi, a mio avviso, campionato ancora aperto». 

Risultato giusto?

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«Direi proprio di sì. L’Inter ha avuto almeno cinque o sei palle per il raddoppio, mentre nella Juve il migliore è stato il portiere. Questo la dice lunga su come si è svolta la partita».

Si aspettava una sfida così?

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«La Juve era tutta in difesa, undici uomini dietro la linea del pallone. Sto parlando del primo tempo, ovviamente. L’Inter ha avuto più coraggio, ha cercato di creare qualcosa e, alla fine, questo coraggio è stato premiato. D’altronde il rischio è alla base di ogni avventura e, se non rischi, cadi nel passato, sei vecchio».


Che cosa le è piaciuto di più dell’Inter?

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«Molto bravi là dietro, dove non hanno concesso praticamente nulla. Sempre attenti e concentrati, sempre pronti a ribattere colpo su colpo. E in attacco sono stati bravi perché hanno messo in difficoltà la retroguardia bianconera in più di una circostanza».

Giudizio su Thuram?

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«Attaccante intelligente, moderno, generoso, che gioca con la squadra e per la squadra. Il gol, anche se è un autogol di Gatti, è tutto merito suo: se non avesse messo pressione al difensore, l’azione sarebbe finita lì. Piuttosto ho una curiosità».

Dica pure.

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«Perché Inzaghi lo ha sostituito? Thuram, per le ripartenze, mi sembrava perfetto. Con Arnautovic si fa più fatica a giocare in contropiede, no?».

Pensava che la Juve potesse fare qualcosa di più?

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«La Juve è questa. Dietro sono forti, hanno muscoli e potenza. Hanno aspettato e cercato di chiudere gli spazi. Poi, nel secondo tempo, hanno provato a pareggiare, si sono impegnati, ma la superiorità dell’Inter mi è parsa evidente. I nerazzurri hanno qualcosa in più, inutile negarlo».

Dunque sono i favoriti per il titolo.

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«Favoriti sì, ma ciò non significa che lo abbiano già vinto. Se pensano di essere arrivati al traguardo, è la volta che vanno in crisi. Devono essere sempre determinati, grintosi e concentrati come contro la Juve. Questa vittoria è stata anche la dimostrazione di una notevole condizione psicologica. Mi sembra che tutto il gruppo nerazzurro sia sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda».

Troppo leggero l’attacco bianconero?

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«A conti fatti, la Juve ha avuto una sola vera occasione, nel primo tempo, quando McKennie ha servito Vlahovic e il serbo ha sbagliato il controllo. Troppo poco se vuoi uscire indenne da San Siro. Lo sapete, a me piacciono le squadre che vogliono essere protagoniste in campo, e la Juve non rientra in questo gruppo».

Dove deve migliorare l’Inter?

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«Nel pressing. Se non fai pressing, gli avversari hanno sempre la possibilità di iniziare comodamente l’azione. L’Inter ha i giocatori per poter fare pressing, deve provarci».


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