Fosse mai che non si prende una multa o non ci sia un provvedimento disciplinare contro di noi al termine di ogni gara. Sarebbe quasi un sogno, ma cosi non è. Era forse da un paio di giornate che l'Inter non veniva punita per comportamenti scorretti dei propri tifosi, quando magicamente compare la sentenza del giudice Tosel: chiusura della Curva per la prossima gara casalinga contro la Fiorentina e multa per la società. Il motivo? Cori razzisti nei confronti di giocatori di colore della Juventus.Bene, Sabato pomeriggio, ero presente allo stadio in veste di inviato in compagnia della mia collega/amica Sabine Bertagna. Entrambi fatti accomodare in tribuna stampa dalla società Inter, qualcuno ci dovrà perdonare, ma questi cori non li abbiamo sentiti affatto. Certo, difficile riuscire a sentire qualcosa nella bolgia del Meazza in cui 90.000 tifosi hanno sostenuto la propria squadra dal primo all'ultimo minuto. Ma oltre ad emozionarci durante l'inno ufficiale al grido di "io non rubo il campionato ed in serie B non son mai stato" ed esplodere di gioia al gol di Icardi, di cori razzisti neanche l'ombra.Prima di affrontare questo problema però ci terrei a fare un chiarimento: il fatto che lo speaker abbia detto prima della gara che "qualunque manifestazione di razzismo per colore della pelle, religione o razza sarà punita" è una consuetudine che esiste da anni negli stadi italiani. Una sorta di 'uomo avvisato, mezzo salvato', per far si che certi comportamenti vengano evitati da parte del tifo più estremo di qualunque società.Tornando invece al fulcro della disamina, ci piacerebbe molto conoscere quali siano stati i reali cori effettuati dalla Curva dell'Inter, indirizzati ai giocatori juventini e tacciabili di razzismo. Anche perchè trattare con disparità di giudizio lo stesso commento ad un giocatore a seconda del fatto che sia bianco o di colore, rappresenta una vera e propria forma di razzismo. Quello si. Che differenza c'è tra i 'buh' rivolti ad Asamoah e Pogba e quelli rivolti ad esempio a Lichsteiner, reo di aver martellato qualunque avversario gli capitasse a tiro? Per me nessuna.Siamo ancora avvolti da una sorta di arretratezza culturale o meglio di finto perbenismo per cui uno di colore non può essere antipatico o ancor di più uno stronzo.Ma torniamo a noi. Che senso avrebbe fischiare un giocatore avversario solo perchè di colore quando allo stesso tempo, nella tua squadra, giocano altri neri? Li chiamo neri tranquillamente, perchè è quello il colore della loro pelle. Titolari contro la Juventus c'erano Jonathan, Juan Jesus e Guarin. Non proprio dei visi pallidi. Eppure nei loro confronti nessuno ha avuto l'ardire di fischiarli o insultarli per il colore della loro pelle.Parliamo in maniera chiara senza arrampicarci sugli specchi o nasconderci dietro un dito: forse gli unici cori a sfondo razzista e discriminatorio sono stati quelli rivolti dalla Curva Nord all'intera squadra juventina per rimembrare loro il glorioso passato nella categoria cadetta. Quel "Serie B, serie B" che sicuramente non tanto viene digerito dai massimi osservatori e che ha fatto si che ancora una volta l'Inter fosse punita per il comportamento dei propri tifosi.Sarebbe anche l'ora di smetterla. Con buona pace di tutti: neri, gialli, arancioni, verdi e amaranto. Un 'buh' allo stadio non è sinonimo di razzismo. Ancora meno quando esulti poi per le giocate o gli interventi dei tuoi giocatori di colore.Fa piacere inoltre constatare comunque come invece tutti gli atteggiamenti tenuti dai tifosi juventini in quel di San Siro, siano stati tollerati e non puniti dal giudice sportivo. Ma forse gli osservatori e gli altri ufficiali di gara erano troppo impegnati a scrivere sul proprio taccuino le miriadi di insulti razzisti caduti sui malcapitati Asamoah e Pogba, piuttosto che dare uno sguardo a ciò che accadeva al terzo anello blu, occupato dai tifosi bianconeri. Una sorta di zona franca in cui non esiste legislazione e nella quale se lanci una bottiglietta piena di urina sui tifosi avversari, scatta anche l'applauso.
twinter
Dei due pesi e delle due misure del ‘buh’ e dell’impunità del tifo juventino
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