Marotta: “Oaktree investe nell’Inter. Paura del tennis? No, è Sinner che tira. Lo stadio sarà…”

-Come si riforma il calcio?

Marotta: «Voglio fare un assist a Gravina. Siamo in un momento delicato. Arrivare al Mondiale uniti è importante e i club non devono essere in contrapposizione alla politica della Federcalcio. Non è colpa degli allenatori se i giocatori sono peggio dal passato, sono valori diversi, con tutto il rispetto per chi porta la maglia della Nazionale. Negli ultimi 25 anni sono fallite in Italia 180 società, il 90% nella Lega Pro e il 10% nella Serie B e la Serie AIl problema esiste perché c'è un'area professionistica troppo ampia che non si riesce a reggere. Bisogna garantire le infrastrutture. Oggi ì in auge il tennis perché il singolo campione tira, che è Sinner. Non tutti si avvicinano al mondo dello sport perché ci sono altre attrazzioni, si hanno gli i pad. I nostri talenti in passato sono cresciuti in aree povere e anche il mondo del settore giovanile per vivere devono far pagare le rette ai ragazzini. Se un operaio ha tre figli maschi e c'è una quota mensile non si può garantire lo sport. E anche in questo serve un intervento del governo sul diritto allo sport. Non è una polemica con il governo, è un problema che ci portiamo avanti da anni. Dobbiamo far si che anche il sistema scolastico garantisca queste possibilità. Secondo intervento è quello di garantire delle strutture, che sono gli stadi, delle infrastrutture, che sono i centri di allenamento delle squadre, che oggi sono veramente carenti». 

Scaroni: «Non possiamo pubblicizzare le scommesse. Abbiamo avuto una buona legge anti-pirateria ma non viene applicata con rigore e ci costa 300 mln. Il denaro è lo strumento attraverso il quale si fanno tante cose compreso avere ragazzi di talento che possono avvicinarsi al calcio. Il covid ha dato una botta micidiale nei nostri bilanci, del calcio nessuno ha voluto occuparsi in quel caso. Lo sport è qualcosa che dobbiamo sicuramente fare e non si può andare in Parlamento in senso opposto rispetto a dove stiamo andando».