-Che sollecitazioni arrivano sulla vostra scrivania dalle proprietà americane?
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Marotta: “Oaktree investe nell’Inter. Paura del tennis? No, è Sinner che tira. Lo stadio sarà…”
Scaroni: «Ho come azionista un fondo che ha come sua missione lo sport, che investe nello sport in tutto il mondo e dà quindi esperienze, competenze, persone che non avremmo e ci dà tanto aiuto. Anche sul progetto stadio, avere come azionista un fondo che ha costruito decine di stadi nel mondo ci rassicura. A casa Milan non costruiamo certo stadi ogni anno, per loro è un'esperienza vissuta. RedBird ha investito 250 mln e per il terzo anno ha chiuso con profitto e quindi si può investire nel calcio e mantenere risultati importanti. L'Inter ho visto un bilancio favoloso, ho letto. Abbiamo due azionisti capaci e che ci supportano».
Marotta: «Ho avuto modo nel mio peregrinare nel mondo del calcio di avere a che fare con diversi tipi di figure. Mecenati del calcio come Zamparini, società italiane come la Sampdoria con la famiglia Garrone, la Juve con Exor e ora un fondo americano. Dico innanzitutto menomale che ci sono i fondi americani. La competività delle nostre proprietà è garantita: Oaktree ha condiviso subito con il management italiano, che hanno mantenuto con intelligenza, e hanno fatto degli investimenti. Ci sono circa 2 miliardi in ballo. Ora stiamo ristrutturando la Pinetina, Interello. E abbiamo investito anche nel calciomercato andando a prendere giovani che alzano il profilo patrimoniale. Se non ci fossero stati RedBird e Oaktree saremmo stati in difficoltà: competenze e creatività rimangono ma non so se ci sono finanziatori italiani che vogliono investire».
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