L'edizione odierna de il Giornale ricorda il terribile infortunio capitato a Ronaldo nel Lazio-Inter di Coppa Italia del 12 aprile 2000. Dopo l'operazione del 30 novembre 1999 che ha portato alla ricostruzione del tendine rotuleo destro, Ronaldo torna a disposizione di Lippi che, nel secondo tempo, lo getta nella mischia, dopo il vantaggio biancoceleste. Passano pochi minuti, però, e il mondo di Ronie crolla ancora. Altra rottura del tendine rotuleo del ginocchio destro e altro lungo stop. Gerard Saillant, ortopedico francese che lo aveva curato anche cinque mesi prima, dice le cose come stanno: "sta giocando al 70 per cento, non vedo margini di recupero e questo infortunio peggiora tutto. Ma non è solo una questione di tendini, Ronie è affetto da fragilità psicologica, ha paura del buio, di notte bagna il letto, gli trovano rogne anche nell’apparato digerente per carenze nell’alimentazione da bambino".
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RITORNO IN CAMPO - Il recupero procede gradualmente e a giugno svolge un'amichevole con l'Inter, segnando due reti al Sant'Angelo. L'arrivo di Cupersulla panchina nerazzurra, però, sancisce la fine dell'esperienza di Ronaldo a Milano, sponda interista. Il diktat del tecnico a Moratti è chiaro: o io o Ronie, con quest'ultimo che fa le valigie destinazione Madrid. "Vince una Liga, una Supercoppa e un’Intercontinentale, con la Seleçao un mondiale, un altro Pallone d’Oro e un terzo Fifa World Player. A Milano ci torna e nel derby segna un gol all’Inter. Ma solo a tratti è il Fenomeno, resta il più forte anche se è diventato un bolide di quasi un metro e novanta che sfiora i cento chili, torna al Corinthians, 18 reti in 31 presenze, ma gira la voce che i difensori lo rispettino. Dire che dopo quel 12 aprile 2000 sia finito tutto, proprio no, ma non si va troppo distanti, appena appena tanto così", chiosa il Giornale.
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