Delle prime giornate di campo e dell'Inter in testa con la Juve ha parlato, a La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico Arrigo Sacchi:


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Sacchi: “L’Inter mi ha reso felice, ma non deve andare indietro. Lautaro? Manca continuità”
Partiamo dalla classifica: sorprende?
«Mi ero illuso vedendo il primo tempo con la Lazio: mi sembrava si muovessero discretamente bene. Mi sbagliavo, il secondo tempo è stato avvilente: una squadra che non si muoveva da squadra. Senza pressing, anche se in Italia il vero pressing lo fanno in pochi».
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In testa Inter e Juve: chi vi ha colpito di più?
«Il lavoro di Thiago Motta mi incuriosisce molto. Bene le prime due partite, poi in questo periodo degli sbalzi ci stanno: soprattutto se trovi un’avversaria che gioca una partita “giusta” come la Roma».
Da allenatori: avreste fatto come Motta? Tutti i nuovi in panchina?
«All’inizio si punta su chi pensi ti possa dare il cento per cento. Ma con il tempo - e gli serviranno anche i nuovi, per farlo - costruirà una Juve che possa cercare di imporsi con un calcio offensivo: qualcuno che ci prova in Italia c’è. Ecco, l’Inter. Contro l’Atalanta ho visto un calcio offensivo spettacolare, mi ha reso felice di guardarla. Anche se a volte tendono ancora a indietreggiare troppo, ad aggredire troppo poco».
Provocazione: e se quest’anno segnasse più Thuram di Lautaro?
«Il modo migliore per segnare è partecipare al gioco di squadra. Arrivo a dire che segnerà di più chi parteciperà di più».
Lautaro è da Pallone d’oro?
«Qui siamo d’accordo. Gli manca ancora la continuità del migliore al mondo. Ma un’Inter così aiuterà Lautaro a crescere ancora».
Quello che ha pensato Capello del comportamento avuto sabato da Leao e Theo Hernandez, lo ha fatto capire bene in tv...
«E io lo dico adesso: quando succedono queste cose, manca qualcosa. Cosa? Il club, deve aiutarlo. Arrivai al Milan, Berlusconi chiamò tutta la squadra e parlò per 27 secondi esatti: “Sacchi ha tutta la mia fiducia: chi lo seguirà rimarrà, chi non lo seguirà se ne andrà. Buon lavoro a tutti”».
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