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ESCLUSIVA Mandorlini: “Se Icardi amasse l’Inter, sarebbe in campo! E’ finita. Per me Marotta è…”

FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva l'ex giocatore nerazzurro

Marco Macca

L'addio all'Europa (League) e un derby che ha il sapore di una notte da dentro o fuori da non fallire per non mettere in pericolo anche la qualificazione alla Champions del prossimo anno. E' un momento delicatissimo per l'Inter, presa a schiaffi dall'Eintracht Francoforte e, a poche ore dalla sfida contro il Milan, sull'orlo di un precipizio, tra le vicende di campo e il caso Icardi. Per capire un po' meglio come i nerazzurri possano uscire da questa difficile situazione, FCInter1908.it ha intervistato in esclusivaun grande ex nerazzurro come Andrea Mandorlini.

Buonasera Andrea. Quella contro l'Eintracht è una serata da dimenticare per tutto il mondo Inter e da cui è difficile riprendersi.

Come uomo di calcio e interista dispiace. Ci tenevamo tutti a passare questo turno, ma avevamo anche tanti problemi di formazione, con numerosi assenti e si è visto. Al di là di quello, per, la squadra ha fatto poco. Le assenze non sono giustificazioni, però, contano e si è notato.

La squadra ha mancato completamente l'approccio alla gara in una partita da vincere, e non è la prima volta. Ma anche durante tutto il match le facce non sembravano quelle di giocatori pronti a giocarsi tutto con grande fame.

Sono stato giocatore e posso assicurare che i calciatori contro l'Eintracht sono scesi in campo per dare il massimo. A volte, però, i programmi non si avverano. Abbiamo preso gol subito, poi abbiamo fatto poco.

Al netto delle attenuanti in relazione alle tante assenze, non trova che Spalletti abbia grosse responsabilità proprio per i problemi di mentalità che ha questa squadra?

Sono allenatore anch'io, il tecnico viene sempre davanti a tutto e a tutti. Chiaro che l'allenatore ha le sue responsabilità le ha e se le prende. Sta di fatto che per l'ennesima volta non siamo riusciti a centrare l'obiettivo. E' dura, davvero dura. Fuori dall'Europa League e dalla Coppa Italia. Ora c'è anche questo derby... Bisogna assolutamente centrare il traguardo Champions, perché poi sono i risultati a determinare tutto. Quella contro l'Eintracht è stata una partita sottotono da parte di tutti: allenatore e giocatori. Nel calcio succede. Si riparte subito con una partita difficile, ma possiamo riprenderci.

Come ha detto lei, ora c'è il derby. Forse la partita peggiore che potesse capitare in un momento come questo...

Sì, non è un momento affatto facile. Recupereremo vari giocatori, il derby è LA partita, che in questo momento vale ancora di più. Di sicuro, il Milan vorrà sfruttare questa nostra difficoltà. Poi nel calcio a volte può girare tutto con un episodio. Certamente non siamo stati fortunati nemmeno negli episodi. Ma credo che sarà una partita spartiacque: si può ripartire e sprofondare. E' molto pericolosa.

"Il Milan arriva nettamente meglio a questa sfida...

Il derby spesso va oltre tutti questi discorsi. Certo, sulla carta loro hanno uno che segna con costanza e noi uno che segnava e che ora non gioca. Ma credo che nei derby i favoriti non esistano. Chissà che non ci vada bene, nonostante tutto. Certo che per i nostri colori è una partita molto delicata.

"Un commento sul caso Icardi.

E' sempre difficile esprimere un'opinione. Di certo, è stata una cosa piuttosto forte: togliere al fascia a quello che era il capitano e che è comunque un giocatore importante con numeri importanti. Non lo so: mi piacerebbe che le cose si sistemassero, anche se penso che l'avventura di Icardi all'Inter possa anche essere finita. Di sicuro in questo momento l'Inter aveva bisogno del suo giocatore. Era il capitano da tanti anni e pensavo fosse sancito anche dalla squadra, evidentemente è andata diversamente. La società ha preso il miglior manager in circolazione, ci sono delle regole che vanno rispettate e che devono costituire un punto di riferimento.

"Quindi, ci pare di capire, le piace il nuovo corso inaugurato da Marotta...

Sì, ha fatto bene ovunque sia andato. Chiaro che sono i risultati a contare, ma c'è un progetto con una programmazione da fare, al di là della partita contro il Milan. Bisogna dare il tempo di lavorare.

Non trova assurdo che una società della gloriosa storia dell'Inter debba trattare con un suo tesserato per convincerlo ad allenarsi? In questo momento anche i tifosi si sentono abbandonati da quello che era il loro capitano nel momento decisivo della stagione...

Bisogna anche vedere se tutto quello che si dice è vero. Quello che gli è stato fatto è comunque un qualcosa di pesante. Ci sono tanti aspetti che bisognerebbe conoscere bene. Quello che credo sia importante è arrivare in fondo a questa situazione, nel bene e nel male. Purtroppo queste cose capitano sempre a noi, non è una cosa facile da gestire per la società. Ovvio che, al di là della fascia, se ami davvero la maglia scendi in campo e giochi, ammesso che tu sia in grado di farlo a livello fisico. Se amasse davvero l'Inter, dovrebbe giocare.

Viene da chiedersi anche perché queste cose accadano sempre all'Inter...

Non lo so davvero, forse bisogna tornare indietro e riprogrammare tutto. Ma la società ha preso il miglior dirigente in circolazione, bisogna resettare tutto e ripartire per portare a casa risultati che ora faticano ad arrivare.

Si parla tanto di un senso di appartenenza e di un interismo da ricostruire. Quanto è importante questo punto per il progetto futuro?

Tanto. Serve uno zoccolo duro di 5-6 giocatori che possano trasmettere i valori e i principi del club a tutto lo spogliatoio. Parlando di derby, forse questa cosa si è un po' persa rispetto ai miei tempi o ai tempi del blocco argentini, ma è una cosa che vale anche per il Milan. Dispiace dirlo, ma è un po' quello che ha fatto la Juventus.

Si aspetta dei colpi importanti a fine stagione dalla società?

Ora si leggono tante cose, ma siamo a marzo e ci sono ancora tante partite importanti da giocare. L'attenzione dell'allenatore e della squadra deve essere focalizzata sulla voglia di ottenere il massimo da queste ultime partite, poi si vedrà. Ovviamente tutto partirà dalla guida tecnica. E' chiaro che è una squadra che andrà rinforzata.

Si parla tanto del futuro di San Siro e della sua possibile demolizione. Che effetto le farebbe non poter più vedere raso al suolo uno stadio come il Meazza, dove ha giocato tanti anni?

Bruttissimo. Spero che non accada e che rimanga lì, bellissimo com'è. Ma il progresso va avanti e rimangono tante situazioni. Mi piacerebbe che cambiasse San Siro e che diventasse sempre più funzionale, ma capisco che può anche non essere così. Dispiace. Anche perché, parlando di interismo, quale migliore simbolo del Meazza? E' la Scala del Calcio e dovrebbe rimanere lì. Speriamo.

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