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ESCLUSIVA Pistocchi: “Conte-Capello, come la penso. Calciopoli? Juve da C2. Inter, prenderei…”

Marco Macca

L'acceso dibattito tra Capello e Conte in tv ha scaturito una disputa tra i "contropiedisti" e i "guardiolisti". Secondo lei esiste davvero un modello vincente oppure sono differenze troppo nette?

L'evoluzione del calcio degli ultimi anni in Europa ci dice che sette delle ultime dieci Champions sono state vinte da squadre spagnola, 4 dal Real Madrid e dal Barcellona. Entrambe giocano col 4-3-3 o, nel caso del Real Madrid, in alternativa con il 4-3-1-2. Il calcio posizionale di Guardiola è quello che ha dominato l'Europa e che ha fatto più proseliti. L'idea di calcio di Conte, però, non è monotematica: vuole sempre attaccare e difendere con molti giocatori. Non sempre è riuscito a farlo, soprattutto perché, per esempio, a centrocampo se non giocano Sensi e Barella giocano Vecino e Gagliardini, che sono diversi. A Napoli si sono viste tante idee, anche se il possesso palla era per la maggior parte difensivo, dato che poi in fase offensiva i nerazzurri preferivano andare subito in profondità. E' evidente che l'idea di Conte non è quella che abbiamo visto per larghi tratti a Napoli, ma Conte deve fare con quello che ha a disposizione. Gli infortuni di Sensi e Barella hanno creato problemi. Per cui, i risultati di Conte sono stati fin qui eccellenti. La valutazione che va fatta è questa: con tre difensori dietro, c'è un calcio più italiano, dato che il più centrale dei tre ha sia compiti di iniziare l'azione, sia di copertura quasi da 'libero'. Non è un calcio aderente ai concetti di gioco che hanno vinto in Europa negli ultimi anni. Conte ha vinto tanto in Italia e in Inghilterra, ma è altrettanto vero che in Europa i risultati sono stati pessimi. La domanda che i tifosi dell'Inter dovrebbero farsi è: 'Ok fino a ora, ma dove andiamo adesso? Dove ci porterà questo progetto?' Capisco che, con i risultati che arrivano, sono ragionamenti che interessano poco, ma per costruire una casa ci vuole sia un buon architetto, sia una buona impresa che costruisca buone fondamenta. Bisogna domandarsi se le fondamenta che sta costruendo Conte sia solide oppure no.

Non crede che la discussione tra Conte e Capello sia partita da un presupposto sbagliato? Conte non si è pronunciato contro il contropiede, ma ha semplicemente evidenziato la prestazione dell'Inter a Napoli, fatta di pressing alto e aggressività...

Penso che Conte si sia arrabbiato più per l'atteggiamento di Capello, che sembrava voler sminuire il lavoro dietro questi risultati. Gli attriti fra i due sono di vecchia data: Capello fece smettere di giocare Conte, che non ha mai dimenticato; lo stesso Capello, quando Conte vinceva, definiva sempre il campionato italiano come poco allenante e mediocre, ricevendo la risposta di Conte, che affermò che la Juventus di Capello veniva ricordata solo per gli Scudetti revocati. C'è un rapporto personale molto difficile.

Ritengo che sia sbagliato fare di tutta un'erba un fascio. Sarebbe stato più giusto rispondere solo a chi, a detta della società, aveva mancato di rispetto all'allenatore e al club. Lo considero, in ogni caso, un comportamento inutile, dato che Marotta all'Inter ha fatto quello che era abituato a fare alla Juventus: vi ricorderete l'episodio che coinvolse i giornalisti della Gazzetta dello Sport, che avevano scritto del presunto dialogo nello spogliatoio bianconero tra Buffon e i compagni di squadra, in cui il portiere avrebbe detto agli altri: 'Serve di più, perché qui in Italia si scansano, ma in Italia no'. La Juventus può permettersi di fare certe cose perché alle spalle ha alle spalle una società che spende 106 milioni di euro l'anno in pubblicità su tutti i media e anche il terzo big spender italiano, ovvero FCA. Questo succede da 50 anni. Un giornale, una tv o una radio si guardano bene da toccare certe situazioni che potrebbero danneggiare i propri editori. Questa è una forza che nessun'altra società ha in Italia. Sono comportamenti che non servono a niente. La Juventus è la società che ha più tifosi in Italia, e quindi chi scrive e parla di calcio presta più interesse. Poi c'è FCA, che spende 105.4 milioni di euro annui in pubblicità, dati del 2016: questo significa che alla Juve possono permettersi certi comportamenti, perché che hanno un elemento di potere e pressione che gli altri non hanno.

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