fcinter1908 news interviste Ibra: “Zlatan è ancora Dio! Inter e Napoli? Non le guardo. Conosco Chivu dall’Ajax e vi dico che…”

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Ibra: “Zlatan è ancora Dio! Inter e Napoli? Non le guardo. Conosco Chivu dall’Ajax e vi dico che…”

Alessandro Cosattini Redattore 

Ma come? C’era lei.

«Non prendo crediti, voglio darli agli altri. Quello è stato il mio ruolo quell’anno. A inizio stagione ho chiesto: quanti hanno vinto qualcosa? Hanno alzato la mano in uno, forse due. E quanti hanno giocato in Champions? Di nuovo, uno-due. Era un gruppo di giocatori che nelle squadre da cui venivano stavano in panchina, avevano bisogno di un giocatore alfa, un leader da seguire. Era tutto un “Ibra andiamo a destra o a sinistra? Quando perdevamo dicevo “mandate solo me a parlare” così lasciavamo la squadra tranquilla: per me era come fare colazione. È nato un gruppo forte, che ha cominciato a volare. Quando abbiamo vinto lo scudetto li ho visti piangere, è stata la soddisfazione più bella. Ma io lo avevo detto subito il primo giorno del mio ritorno, vada a controllare».

E quest’anno che cosa si sente di dire?

«Che la squadra è molto competitiva per fare buoni risultati. Lo era già l’anno scorso, ma è stato un anno strano, appena ci riprendevamo cadevamo subito, però abbiamo imparato tanto. Comunque abbiamo vinto un trofeo e siamo arrivati secondi in Coppa Italia. Ma siamo il Milan, lo sappiamo. La società è stata molto brava a vendere bene giocatori non nel progetto oppure per altri motivi, ha scelto un allenatore di esperienza che dà equilibrio e stabilità. E ha portato quello che mancava, un po’ di esperienza».

Puntare al quarto posto è poco?

«Il Dna del Milan è vincere, soprattutto in Europa, e là dobbiamo tornare. Nessuno vuole cambiare il Milan, la sua cultura o la sua tradizione. Anche perché le do una regola: nessuno cambia il Milan, è il Milan che cambia te. A Milanello senti profumo di vittoria, dopo che sei stato lì non resti lo stesso calciatore. A Milanello, dal cuoco al giardiniere tutti fanno in modo che Allegri e la squadra possano esprimersi al meglio».