E veniamo alla finale: PSG, Inter, Bayern… è la partita perfetta per lei.Perfetta se vinciamo, certo. Ho giocato quattro anni a Monaco, ho vinto tanti titoli lì, e adesso affronterò una squadra francese… Ma sabato non sarò francese (ride).
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Pavard: “Non siamo stelle ma sappiamo fare tutto. Bayern? San Siro crollava! La caviglia…”

Affrontare il PSG, da francese, significa essere ancora più osservati e cercare maggiore riconoscimento in patria…Vuol dire che mi manca riconoscimento?
Forse un po’, no?Forse. Ma ho tempo, ho solo 29 anni. In Italia ho sentito davvero l’affetto dei tifosi, del club. È un ambiente dove mi trovo molto bene. La mia carriera non è finita, e spero che i miei trofei parlino per me.
Ha già vinto la Champions nel 2020 col Bayern, contro il PSG (1-0). È un segno del destino?Spero di vivere di nuovo lo stesso finale. Non bisogna sottovalutare il PSG. È una grande squadra, lo dimostra da anni. E secondo me quest’anno è ancora più costante. Un gruppo omogeneo, con un grande allenatore, per me uno dei migliori al mondo. La squadra gioca molto bene, è bello guardarli… ma sabato non li guarderemo. Ci saranno momenti in cui dovremo soffrire, ma non sono preoccupato: abbiamo giocatori esperti, abituati a questi momenti.

Due anni fa, l’Inter perse in finale contro il Manchester City (0-1). Può essere utile quell’esperienza?Molti giocatori avranno voglia di rivincita. Da quella sconfitta hanno imparato tanto, sono diventati ancora più forti.
Sembra un po’ l’ultima danza di questo gruppo, no?Possiamo fare qualcosa di straordinario, quindi non è il momento di pensare a questo. Sono già orgoglioso di quello che abbiamo fatto insieme. Orgoglioso anche della mia carriera e di quello che ho costruito, tra alti e bassi. Sono felice di far parte di questo gruppo.
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