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Pellegrini: “La verità sugli esoneri di Mourinho e De Rossi! Ultimo anno a Roma? Vi assicuro che…”

Alessandro Cosattini Redattore 

Hai accettato le panchine imposte da Ranieri senza fare un plissé. Ricordo che dopo le prime dicesti: «Il mister mi sta gestendo così e io mi fido di lui. È ovvio che non vedo l’ora di giocare».

«Mi fido ciecamente, con Ranieri la strada è pulita, ha spazzato via tutte le ombre».

In Nazionale abbiamo visto un altro Pellegrini.

«Con Spalletti non ho mai avuto problemi, anzi. La Nazionale è a settembre, ottobre, novembre. Dici che sembro più leggero? Non ho una spiegazione per tutto».

Lorenzo, pensi di avere il carattere del capitano?

«Non sono un tipo particolarmente estroverso, non prendo i compagni a urlacci in campo, ma so cosa si deve fare per dare una mano alla squadra».

Sei mai stato geloso della popolarità di Dybala?

«Mai. Paulo è un giocatore che stimo tantissimo, ed è il primo a saperlo. Come lui ce n’è uno su dieci milioni. Se sta bene, le partite le può decidere da solo».

Si diceva che fino a poco tempo fa lo spogliatoio fosse governato dalla banda dei quattro.

«Io sono sempre stato molto disponibile con tutti. Ripeto, sempre. Quella di rincorrere le voci è una specialità che non pratico, le voci semmai le subisco».

Sai quali erano gli altri tre?

«Lo immagino: Spina, Bryan e Mancio». Sorride e aggiunge: «Anche i fischi a Bryan li ho trovati fuori luogo, ingiusti. Io non lascio un compagno in mare aperto, con la tempesta».

Sui tuoi occhi è tornata la luce del pre-derby?

«Quel gol è stato come un’esplosione».

Prima di Bologna ho chiesto a Ranieri se avevi pagato la bolletta, se la luce aveva tenuto.

«Speravi che avesse trovato tutto spento».

Er core mio è rossoblù.

«Il Bologna ha giocato benissimo, sembrava l’Atalanta di Gasperini».

Da quanto non senti i Friedkin?

«Ho ricevuto un messaggio di Ryan dopo il derby, al derby tengono tanto».