E lui?
«“In Francia giocano a scapoli e ammogliati”. Che gli vuoi dire? Pensa che ha rifiutato il Chelsea due volte nello stesso anno, la seconda perché era appena morta sua mamma. Poi l’Arsenal dopo Wenger. Vedrai che si riprende, dicevo. Non si fidava del progetto. Anche il Manchester United e prima di tornare alla Juve, il Real Madrid».
La motivazione del no a Florentino?
«Non ci vado per rispetto nei confronti dei club ai quali ho detto no».

Pure bugiardo. Pigro e bugiardo.
«Ma allenatore straordinario. E un uomo leale, diretto. Sono stato fortunato».
In che senso?
«Ho avuto lui e anche Piero (Gasperini, nda). Che a Pescara era tutto, non avevamo una gran squadra, l’anno prima era retrocessa, non s’era iscritta e soltanto tre giorni prima dell’inizio era stata riammessa».
Max è pigro, e Gian Piero o Piero?
«Permaloso, un tipo selvatico. Max è fantasioso, intuitivo, Gasperini scientifico, solido, in campo era un professore. Quel Pescara veniva da Catuzzi, uno che la zona la faceva nell’82. Io andavo a vedere il suo Bari perché mi interessava Caricola. Il 4-3-3 lo interpretava benissimo. La squadra aveva assimilato i concetti della zona e Piero la guidava da dietro, bravissimo. Questa te la devo raccontare».
Devi, devi.
«A Max e Piero dicevo: “Leggete la partita e quando andate in difficoltà cambiate, se vedo che avete cambiato bene vi dico di proseguire, sennò decido diversamente”...».
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