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Capello: “Scudetto? Guai a escludere l’Inter. Allegri? Ha sbagliato a non ascoltarmi”

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Le parole del tecnico: "L'Inter? È completa, ha ottimi giocatori e poi c'è la solita storia della mentalità vincente dell'ambiente"

Marco Astori

Fabio Capello, ex allenatore, ha concesso una lunga intervista ai microfoni de Il Mattino. Il tecnico ha parlato così della corsa scudetto e non solo.

Capello, perché è così difficile vincere se non ti chiami Inter, Milan e Juventus?

«Anche se sono cambiate le società e i dirigenti, appena arrivi in quei club è come se arrivassi nella reception di un grande hotel di lusso in cui ti danno in mano le chiavi di una stanza e ti fanno accomodare e da quel momento devi avere in mente solo una cosa: vincere. Punto e basta. Altrove non è così, l'entusiasmo è spesso la cosa più difficile con cui fare i conti».

10 vittorie in 11 partite: chi la sorprende di più vedere lassù, il Napoli o il Milan?

«Senza dubbio il Milan. Perché io in estate ero stato chiaro: se De Laurentiis non vende Koulibaly o qualcuno dei suoi big è una delle grandi favorite per lo scudetto. Ora facile a dirsi vedendo come si muovono gli azzurri in campo, vedendo la continuità dei loro risultati e la personalità con cui giocano. Per il Milan, invece, perdere Donnarumma e Calhanoglu poteva essere un brutto colpo psicologico da superare. E invece la dirigenza si è mossa bene e ha trovato dei validi sostituti».

Spalletti ha raccolto una squadra depressa per il quinto posto all'ultima giornata.

«Difficile da credere ma potrebbe essere stato un grande vantaggio per lui. Il Napoli è forte, lo era anche con Gattuso. È arrivato Spalletti e ha avuto la forza di indirizzare il gruppo psicologicamente ma anche tecnicamente nella direzione giusta. Quello che sta facendo non mi sorprende, ma ripeto: il rischio è la gestione dell'euforia».

Allegri ha sbagliato a non seguire il suo consiglio?

«Credo proprio di sì. Se glielo chiedono adesso magari dice che avevo ragione a suggerirgli di non tornare alla Juventus. Ormai i bianconeri sono fuori dai giochi, troppe macchine là davanti, qualche sorpasso lo potrebbero pure fare ma non tutti rallenteranno».

«Ah sì, guai a considerarla esclusa. È completa, ha ottimi giocatori e poi c'è la solita storia della mentalità vincente dell'ambiente».

Spalletti, Pioli, Inzaghi: vero che gli allenatori sono sempre sotto esame?

«Verissimo. E lo sono ancor di più da parte dei calciatori. Ma anche dello staff che vive ogni giorno a contatto con la squadra. Sono loro che vedono come gestisci i momenti difficili, le parole che usi, i tuoi comportamenti. La credibilità di ogni allenatore è messa in discussione ogni giorno. Anche se adesso l'equilibrio negli spogliatoi ha una minaccia in più: i social manager. Fratelli, mogli, fidanzate, amici che si mettono lì sui social e rischiano di minare il tuo lavoro con le loro frasi buttate lì».

Può essere l'anno del Napoli e del ritorno al Sud dello scudetto?

«Spalletti ha lottato per lo scudetto a Roma, lo ha sfiorato, non c'è riuscito ma conosce gli ambienti caldi, dove basta poco per far scattare la scintilla dell'entusiasmo anticipato. È bello vedere le scene dei tifosi fuori all'hotel prima di Salernitana-Napoli ma il traguardo è lontano. Ma Luciano lo sa, sa quello che deve essere fatto. Voglio essere scaramantico e non dire altro...».

 

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