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Stankovic: “Mancini mi consigliò l’Inter. Il Triplete, Miha e la mia famiglia…”

Dejan Stankovic ha parlato ai media serbi. Ecco le parole riportate da Blic.rs: “Inter? Quando si è trattato di scegliere dove giocare dopo la Lazio, ho scelto l’Inter. Mancini mi ha consigliato di andare all’Inter per fare la...

Andrea Della Sala

Dejan Stankovic ha parlato ai media serbi. Ecco le parole riportate da Blic.rs:

"Inter? Quando si è trattato di scegliere dove giocare dopo la Lazio, ho scelto l'Inter. Mancini mi ha consigliato di andare all'Inter per fare la storia e non di andare al Milan o alla Juventus per essere uno dei tanti. Ci sono stati problemi, ma abbiamo creato un ciclo di quattro anni e abbiamo vinto tanto. Con il Triplete abbiamo realizzato un sogno e siamo entrati nella storia del calcio con lettere d'oro. 

Famiglia? Sono rimasto lo stesso di 15 anni fa. E' grazie alla mia famiglia che sono rimasto sempre uguale, mi sono sposato presto e sono diventato subito padre. Tutta la mia carriera e e i trofei che ho vinto sono andati avanti con loro; sono felice che i miei figli mi abbiano visto giocare e possano ricordarmi in campo. 

Figli? Il medio Philip, 13 anni, fa il portiere coi giovannissimi dell'Inter. Non l'ho spinto io e onestamente non so nemmeno a che livello possa arrivare. Stefan, quello più grande, gioca nell'Accademia Inter e poi c'è il più piccolo Aleksander. Stefan comincia a sentire la competizione, sarà dura per lui ma è giusto che si misuri con i migliori della sua classe. Nazionale? Tutti dicevano che con l'Inter giocavo bene, mentre con la Serbia meno. Io mi sono sempre sacrificato per la squadra. Persino dopo le vittorie e delle prestazioni buone da parte mia leggevo delle critiche un po' eccessive. Ho sempre giocato volentieri per la Nazionale perché è un grande onore per ogni giocatore.

Mihajlovic? Sono stato io a battezzare suo figlio Dusan. Persino Philip, mio figlio faceva da raccattapalle quando ero in panchina all'Udinese. e anche io ho fatto da raccattapalle a Sinisa quando giocava nella Stella Rossa. Lui al Milan? Il calcio è una cosa e la vita personale è un'altra. Io gli voglio bene, ha fatto tanto per me. Sarà sempre parte della mia famiglia, più di un amico. Tre anni fa, prima della partita con la Croazia, gli dissi che sarebbe arrivato un grande club per lui e così è stato. Non poteva avere problemi, nonostante la forte pressione, perché ha i 'cojones'. Più forte è la pressione, migliore è la reazione. Siamo rivali per 180 minuti, per il resto invece siamo amici. E lo saremo per sempre.

Carriera? Fino ad oggi, sono molto soddisfatto della mia carriera dopo il calcio giocato. Ho lavorato ad Udine con Stramaccioni, ora ho avuto la possibilità di lavorare all'Inter a 37 anni con lo staff. Faccio del mio meglio. Spero di soddisfare le aspettative. Sono cresciuto con responsabilità e lavoro. E' importante procedere passo dopo passo e rimanere con i piedi per terra."