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Taccuino ricco di appunti per il Mancio: Kondo-Gnoukouri ok, amnesia Ranocchia. Montoya…

Poco più di un amichevole, con un trofeo in palio, ma vincere fa sempre piacere, soprattutto in un derby, soprattutto a Milano. L’Inter si aggiudica la seconda stracittadina su quattro disputate questa stagione e mette in bacheca il primo...

Daniele Vitiello

Poco più di un amichevole, con un trofeo in palio, ma vincere fa sempre piacere, soprattutto in un derby, soprattutto a Milano. L'Inter si aggiudica la seconda stracittadina su quattro disputate questa stagione e mette in bacheca il primo trofeo Berlusconi della sua storia. Roberto Mancini torna a casa con il taccuino pieno zeppo di appunti e indicazioni, pur avendo rinunciato a tutti i titolari, e ha di che sorridere. Risultato a parte, il tecnico jesino, stavolta meno stravagante tatticamente di quanto sia stato nei test precedenti, è parso molto soddisfatto della prestazione delle seconde linee, intenzionate a metterlo in difficoltà per scelte future, e dei giovani nerazzurri, volenterosi di compiere il grande salto. 

KONDO C'È - La nota lieta di giornata è rappresentata dalla mediana, formata dalla diga Kondogbia-Gnoukouri. Metodisti, registi, frangiflutti, interditori: centrocampisti moderni, capaci di leggere qualsiasi azione e di adattarsi alle situazioni più disparate. Grande personalità da parte del giovane ivoriano, sacrificio e intelligenza per il francese, molto più a suo agio in un centrocampo a due, ma deciso ad assecondare i dettami di Mancini che in zona gol lo vuole sempre meno sporadicamente. Assane e Geoffrey danno del 'tu' al pallone e si vede. Intesa da coltivare ed affinare per il futuro.

RISCATTO? - Molto bene Carrizo, bene Telles (spostato più avanti), Biabiany e Palacio, benino Ranocchia (solita ammesia nella ripresa che poteva compromettere il risultato), da rivedere ancora Montoya. La pressione aumenta, il Meazza pretende di più dallo spagnolo che allo stato attuale delle cose richia seriamente di dover rifare le valigie e disdire l'affitto a Milano per tornare in Catalogna. Con dei giovani bravi, pronti e volenterosi come quelli visti stasera (almeno uno per reparto), non saremmo sorpresi se Mancini decidesse di salutare anzitempo Montoya per promuovere qualche canterano degno di nota.