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Albertini: “Inter, salto di qualità grazie a Conte. Lautaro? Ho fatto i complimenti ai dirigenti…”

L'ex centrocampista del Milan ha parlato del derby di domenica sera con l'Inter e del lavoro svolto dal tecnico nerazzurro

Andrea Della Sala

Del derby tra Inter e Milan di domenica sera ha parlato uno degli ex protagonisti tra le fila dei rossoneri. Queste le dichiarazioni, a Tuttosport, dell'ex centrocampista del Milan Demetrio Albertini:

Demetrio Albertini, il suo primo ricordo da derby?

«Un tempo l’anteprima dei match a San Siro era la sfida fra giovani delle due squadre. Nel 1984 giocai e poi feci il raccattapalle, quello accovacciato a bordo campo nella foto dello storico gol di testa di Hateley. Il mio primo derby fu nel 1991, scoprii con una settimana di anticipo che sarei stato titolare. Me lo disse Berlusconi. Avevo un problema a una caviglia, mi chiamò a casa: “Stai tranquillo. Con il mister siamo d’accordo che domani salti la Cremonese, tanto c’è Carletto (Ancelotti, n.d.r.). Così puoi recuperare per l’Inter, che è più importante”. Si può immaginare l’emozione di un ventenne che cercava di imporsi in quel Milan».

Domenica ci sarà in campo qualche giocatore appena arrivato a gennaio, come ci si cala nello spirito del derby?

«Sono ragazzi abituati a giocare partite speciali. In città si percepisce l’interesse dei tifosi. Il calciatore deve rendersi conto che non vale solo tre punti, ma spesso è la svolta della stagione. Il derby dà consapevolezza più di ogni partita. Quando perdi, pensi ai tre punti. Quando vinci, sposta molto di più. Bisogna osare. Io il pareggio lo toglierei dal derby».

Finora con Ibrahimovic titolare i rossoneri hanno sempre vinto.

«C’era qualche dubbio su età e condizione fisica. Ma si poteva immaginare che avrebbe portato una spinta emotiva importante. Ha tolto pressione ai compagni di squadra, alcuni dei quali molto giovani, che così hanno potuto giocare con più serenità mostrando meglio le proprie qualità. La cosa bella è poi che a tutto ciò Ibra ha aggiunto anche prestazioni notevoli e gol».

Dall’altra parte Lukaku ha colpito all’andata e marcia a 0.7 gol a partita.

«Fra questi due è oggettivamente una sfida fra giganti, ma il derby tendenzialmente lo vince la squadra che sbaglia di meno».

Dalla partita si è praticamente autoescluso Lautaro Martinez. Grave errore?

«L’ho visto dal vivo, qualche volta, ed è il giocatore che più mi ha impressionato, ho anche fatto i complimenti ai dirigenti nerazzurri per averlo scoperto. Ha commesso una ingenuità, per incapacità di controllarsi, e queste cose hanno conseguenze sulla squadra, non solo quando c’è il derby ma sempre. Credo che all’Inter glielo abbiano spiegato».

Fra Lukaku, Young, Eriksen, Moses e Sanchez, è una Inter con una matrice da Premier League?

«Il nostro calcio è diverso, ma è una Inter ad alta intensità, come il suo allenatore. Senza ombra di dubbio è Conte che ha permesso alla squadra il salto di qualità. È concepita fin dall’inizio per lottare per lo scudetto e non per il quarto posto».

Ha un sapore particolare questo Inter-Milan nei giorni in cui si definisce l’addio a San Siro?

«Inter e Milan meritano uno stadio diverso, questo è un monumento della città ma non è più adeguato agli standard mondiali. Poi mi pare una storia anomala quella di condividere un impianto nuovo».

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