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"Non vogliamo mancare di rispetto alla Supercoppa in Arabia Saudita, versione maxi per formato e per montepremi, però Simone Inzaghi deve fare bene i suoi calcoli, decidere quali sono le priorità. Per quello che vale, noi pensiamo che quest’anno l’allenatore dell’Inter non abbia scelta: scudetto e seconda stella o fallimento, a meno di non vincere la Champions. Se fossimo in Inzaghi, faremmo ampie rotazioni venerdì nella semifinale di Supercoppa contro la Lazio, specie in attacco. Inzaghi non può permettersi che Martinez e Thuram si prendano un raffreddore: il via libera al duo di scorta, Arnautovic-Sanchez, non sarebbe scandaloso. Tra difesa e centrocampo, la profondità di rosa è eccellente, migliore di quella juventina. Dal turnover può essere escluso Calhanoglu, squalificato in campionato, tutti gli altri andranno maneggiati e ruotati con cura. Anche perché, di ritorno dall’Arabia, l’Inter dovrà focalizzarsi sugli ottavi di Champions contro l’Atletico Madrid, andata il 20 febbraio a San Siro e ritorno il 13 marzo in Spagna. La Champions non è la Supercoppa italiana, l’Inter finalista nel 2023 dovrà affrontarla al meglio di se stessa. In sintesi, comincia per l’Inter un mese e mezzo cruciale. Se a fine febbraio, dopo il recupero con l’Atalanta previsto per il giorno 28, l’Inter sarà capolista, il più sarà fatto. In caso contrario, Inzaghi dovrà remare non poco per impedire che la squadra finisca nel vortice dell’insicurezza. Allegri di scudetti ne ha già vinti sei e sa come si fa a gestire la tensione propria e a sobillare quella altrui. Inzaghi insegue la prima volta e giusto due anni fa si incartò nella corsa con il Milan, testa a testa in cui era favorito. Non può permettersi il “remake” di quel sorpasso, faccia bene i suoi calcoli", aggiunge Gazzetta.
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