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Crede che il tecnico sia stato aiutato dal fatto di essere stato anche lui un attaccante?
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Crede che il tecnico sia stato aiutato dal fatto di essere stato anche lui un attaccante?
«Certo che incide, è capitato anche a me. Perché sai perfettamente cosa passa nella testa del tuo giocatore. Hai fatto il suo stesso mestiere, è un plusvalore: l’approccio psicologico viene automatico. Ma Inzaghi ha avuto un impatto enorme anche su altri, giocatori eh».
Calhanoglu?
«Lui, certo. Penso pure al gruppo degli italiani: Barella, Bastoni, Dimarco, negli ultimi 3-4 anni sono certezze a livello internazionale. Bravo l’allenatore, brava la società: l’Inter ha tutto per essere considerata un top team».
Mancano in verità i gol dalla panchina. Quelli di Taremi.
«Avrebbe bisogno di una grande serata per acquisire maggiore fiducia e coraggio. Ha presente l’assist che ha fatto contro l’Empoli a Lautaro per quel tiro dal limite? Ok, bello l’appoggio. Ma un attaccante lì prova a tirare e a segnare. Ad esempio... Io non l’avrei mai data ad Aldo Serena quella palla, mai! (risata, ndr). A Taremi manca questa leggerezza. E forse ormai ha accettato l’idea di essere dietro a quei due».
Chiusura extra campo. Lei, quando non è a Cesena da suo figlio, vive in California. Ha avuto problemi con il disastro degli incendi?
«Sono un uomo fortunato, abito un’ora a sud di Los Angeles, il caos c’è stato soprattutto a nord. Anzi, le dico che aspetto l’Inter in estate dalle mie parti per il Mondiale per club: ho detto ai dirigenti che se hanno bisogno di consigli, io sono a disposizione». Nel dubbio, una telefonata non è mai una cattiva idea.