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Moratti: “L’Inter mi diverte. Inzaghi non si dà un tono. Con Ronaldo ho fatto dispiacere tanti presidenti”

Eva A. Provenzano Caporedattore 

-Barella e Bastoni stesi a terra dopo la partita col Barcellona, esausti e felici. Sacrificio e attaccamento alla maglia, estro ed eccellenza: il simbolo di questo è stato Giacinto Facchetti? 

Giacinto era un atleta completo. Non solo fisicamente. Ma psicologicamente lui si curava, stava attento a curare corpo, fisico e mente. Veniva a giocare da me in campagna, insieme ad altri campioni. Lui era in assoluto anche nelle partite tra amici preciso e attento e ha fatto così carriera. Il giocatore perfetto. E ci siamo accorti che era bravo anche quando è diventato dirigente: i principi sani ce li aveva anche da dirigente. 

-L'Inter come modo di guardare la vita...

Ci sono tantissimi libri sull'Inter. Scrittori importanti ne hanno scritto. Perché è  strano.. L'Inter è una dimensione di vita: in questa squadra c'è qualcosa di diverso e lo sanno anche quelli delle altre squadre.

-Cosa è stata l'Inter per lei e Massimo Moratti per l'Inter? 

Per me l'Inter è stata una scelta: non è capitata per caso. Per me è grandissimo senso del dovere e rispetto però rimane una cosa bellissima, è stato un piacere. Tutto il periodo. È un amore, da vivere nel bene o nel male, ma sempre con l'idea di essere innamorato di questa cosa. Non so cosa sono stato io per l'Inter: certamente ho cercato di fare ciò che consideravo fosse giusto per l'Inter, può darsi che abbia sbagliato parecchie volte. 

(Fonte: inter.it)