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Prego.
«Lui mi garba perché è silenzioso, non se la tira, non si innalza a inventore del calcio, fa analisi perfette delle gare. E poi vince. Insomma, sa vedere calcio e l’ha anche saputo cambiare, in certi aspetti dell’attacco. Nella passata stagione ha portato giochi offensivi che pochi hanno capito, soprattutto nel trovare contromosse. Bravo. Bravissimo davvero. E ne troverà ancora, vedrete. Vero stratega, senza alzare mai la voce... E poi all’Inter si stanno via via dimostrando dei maghi a trovare giocatori a parametro zero ancora motivati, l’ultimo esempio è Zielinski».
Sarà ancora Inter contro tutti?
«Negli ultimi due anni non abbiamo visto, con Inter e Napoli, lotte fino all’ultimo. Secondo me torneranno le battaglie fino all’apice del campionato. Chi mettiamo dietro all’Inter? La Juve. Che va sempre inserita ma quest’anno di più. Motta fa crescere i giocatori, lo ha ampiamente dimostrato a Bologna. E ha portato, come Italiano a Firenze, la partecipazione collettiva alla fase offensiva. Io attaccavo con Thuram, e Fuser, Cannavaro e Vanoli li portavo dentro il campo. Cose che ho rivisto l’anno scorso».
Ecco, Conte e il suo Napoli?
«Andare a vincere subito mi sembra difficile. Di sicuro raddrizzerà tutti».
Il Milan e la Roma?
«Ha presente il concetto della leggerezza, del divertimento, del giocare in maniera gioiosa? Ecco: DDR ha sistemato la Roma con semplicità, sembrava che i giocatori si fossero tolti un peso. E il Milan, beh, Morata non si discute, Fonseca è ovviamente un allenatore bravo, ma per me hanno fatto male a salutare Pioli. Ora il Milan deve ripartire da zero, non ha dato continuità al proprio tragitto, con Pioli serviva ancora pazienza. Ogni tanto è che come se il Milan si mettesse nelle condizioni di ricominciare, mah...».
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